Famiglia

Anziani: 6 milioni con chili di troppo

Lo rivela il V Rapporto italiano sull'obesità, una malattia che - secondo l'Oms - colpisce 300 milioni di adulti nel mondo

di Paolo Manzo

Sono 6 milioni gli ‘over 65′ italiani afflitti dai chili di troppo. Lo rivela il V Rapporto sull’obesita’ in Italia, puntato sugli anziani e presentato oggi a Milano dall’Istituto auxologico italiano. ”Fra i 10 milioni e 850 mila abitanti sopra i 65 anni, infatti, 4,6 milioni sono sovrappeso e 1,4 milioni obesi. Insomma – sottolinea nel suo intervento Amleto D’Amicis, direttore dell’Unita’ di documentazione e informazione nutrizionale dell’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti) – 6 milioni di anziani soffrono di questi problemi, piu’ della meta’ del totale. Solo il 38% degli uomini e il 44% delle donne sono normopeso”. Ma a preoccupare gli esperti e’ soprattutto la condizione femminile: dopo i 50 anni oltre il 30% delle italiane ha problemi di peso, che in 8 casi su 10 si associano a ipertensione. E se la maggior parte degli italiani con i capelli bianchi si concentra nel Centro-Nord della penisola (soprattutto in Liguria), ad avere piu’ problemi con la bilancia sono gli abitanti del Centro-Sud e delle Isole. ”Il record spetta a Campania, Calabria e Sicilia – precisa D’Amicis – e, a sorpresa, i problemi maggiori non si riscontrano nelle grandi citta’, ma piuttosto nei piccoli centri”. Se si fa un confronto dal ’94 al 2002, prosegue D’Amicis, scopriamo che sovrappeso e obesita’ fra gli anziani sono aumentati del 15-20%. In generale, oggi, il 42% degli ‘over 65′ e’ normopeso, circa il 43% sovrappeso, il 13% obeso e il 2,7% sottopeso. ”Inoltre il peso cala con l’eta’ – dice l’esperto, illustrando il Rapporto – Ma non si sa ancora se sopravvive chi e’ piu’ magro o se si perdono chili per effetto dell’invecchiamento”. A giovare del fenomeno sono piu’ gli uomini: le donne in sovrappeso, infatti, restano stabili fino a 80 anni, solo dopo si registra la flessione. Inoltre con gli anni quadruplicano le persone sottopeso: da 1,3% a 65-69 anni, fino a 6,1% per gli ‘over 80′. A proteggere dai mali associati ai chili di troppo (diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari) contribuisce l’istruzione: gli anziani con titolo di studio piu’ alto presentano tassi di obesita’ decisamente inferiori rispetto ai meno istruiti. Anzi, tra i laureati gli obesi sono addirittura la meta’ rispetto a chi ha solo la licenza elementare, o neanche quella. Infine, l’attivita’ fisica: a muoversi di piu’ sono le donne avanti negli anni, anche per via dei lavori domestici. Insomma, dal Rapporto ”emerge – dice D’Amicis – che fra gli anziani italiani sovrappeso e obesita’ sono molto alti, ma dopo il record registrato fra i piu’ giovani (65-70 anni) i valori scendono con l’aumentare dell’eta”’. L’obesita’ e’ associata a una sindrome plurimetabolica, che comprende ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. ”Queste ultime – spiega Gastone Leonetti, primario di Riabilitazione cardiologia dell’ospedale Auxologico milanese – restano la prima causa di morte per gli anziani. Secondo uno studio Usa, ictus e infarto rappresentano il 41% delle cause di morte tra i 65 e gli 84 anni”. Secondo gli autori del Rapporto occorre, dunque, curare l’obesita’ molto prima dell’arrivo di terza e quarta eta’: fin da infanzia e adolescenza. ”L’obeso non e’ un peccatore, ma un malato da seguire con pazienza – dice Antonio Liuzzi, direttore del Laboratorio di ricerche diabetologiche dell’Istituto Auxologico Italiano di Piancavallo (Verbania) – E’ importante individuare i meccanismi genetici che, interagendo con l’ambiente, portano all’obesita”’. L’Istituto Auxologico sta indagando anche su Dna e biologia molecolare, per mettere a punto terapie, anche farmacologiche, in grado di contrastare un’epidemia che – secondo l’Oms – colpisce 300 milioni di adulti nel mondo.


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