Mondo

Africa: Dalla Lombardia, nuove tecnologie per il Gabon

Il progetto "Africa in Rete, Lombardia chiama Africa" trasferisce nuove tecnologie in Gabon per scopi ambientali

di Joshua Massarenti

“Africa in Rete, Lombardia chiama Africa”, un progetto sostenuto da Amici della Terra, Regione Lombardia, Gaia animali & ambiente, Brainforest e Pro Africa, si sta impegnando nel trasferimento di nuove tecnologie in Africa sub-sahariana. La prima missione, guidata dal coordinatore del progetto, l’ex parlamentare Stefano Apuzzo, che è anche Assessore alle innovazioni tecnologiche del Comune di Rozzano (Milano), si sta svolgendo in Gabon (Africa occidentale). La prima consegna è di pochi giorni fa e riguarda 11 computer e un server, concessi all’Ong ambientalista gabonese “Brainforest” di Libreville che entro breve attiveranno all’interno del campus universitario della capitale gabonese il primo “Green Internet Point”, un centro di informazione e di sensibilizzazione sui problemi ambientali del Gabon (e non solo). “L’idea nasce nel 2000” spiega a Vita Stefano Apuzzo, “per contribuire attraverso un piccolo progetto a colmare il gap tecnologico tra l’Occidente e l’Africa. La spinta ad attuare il progetto è stata tanto più forte in seguito alla consapevolezza che le promesse fatte alcuni fa dalle grandi istituzioni internazionali come il G8 per ridurre questo divario tecnologico non si sono mai concretizzate”. Oltre a Libreville, altri 11 computer ed un server verranno consegnati nei prossimi giorni a Makokou, un grosso centro di 8000 abitanti situato nel centro della foresta pluviale gabonese. Lì, i computer verranno installati in una scuola comunale. “Anche in quel caso, verrà creato un internet point orientato alle problematiche ambientali, in special modo dei Paesi africani francofoni. Tuttavia” prosegue Apuzzo, “vi sono seri problemi di connessione per via dell’ostilità dell’ambiente, quindi inzieremo con corsi di alfabetizzazione informatica per gli abitanti di Makokou”. Il progetto, co-finanziato dalla Regione Lombardia, dovrebbe espandersi in un prossimo futuro a centri più grandi rispetto a Makokou. “Per questo, abbiamo contattato alcune grosse imprese come la Microsoft o Ibm. Siamo in attesa di risposta”. Intanto, un altro progetto è stato avviato in Repubblica Democratica del Congo dall’Associazione “Pro Africa”, e sempre da Apuzzo, prossima ad un missione di sviluppo a Boma, nel Basso-Congo. dove è stato costruito un ambulatorio-dispensario medico, grazie al supporto del Gruppo di volontariato milanese “Mamme Pacini”. L’obiettivo: estendere l’uso delle nuove tecnologie nel campo elettromedicale.


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