Sfruttamento
“Poi vediamo”, Giovani Acli e Radicali italiani dicono stop al lavoro nero
Una campagna congiunta lanciata per portare alla luce le condizioni di lavoro precarie e irregolari. A una settimana dal lancio, sono state raccolte oltre 500 testimonianze e segnalazioni anonime di giovani
di Redazione
I Giovani delle Acli e i Radicali Italiani annunciano congiuntamente il lancio della campagna “Poi vediamo – Stop lavoro nero”, un’iniziativa che mette al centro la lotta contro il lavoro nero e lo sfruttamento lavorativo, fenomeni che colpiscono trasversalmente diversi settori della società italiana, danneggiando in modo significativo i lavoratori più vulnerabili. La campagna si propone di portare alla luce le condizioni di lavoro precarie e irregolari, raccogliendo testimonianze dirette e segnalazioni anonime da chi vive queste situazioni ogni giorno. A una settimana dal lancio, sono già state raccolte oltre 500 testimonianze di giovani. “Poi vediamo” è un grido d’allarme e un invito alla mobilitazione per chi desidera vedere rispettati i propri diritti fondamentali sul posto di lavoro. Attraverso questa iniziativa, i Giovani delle Acli e i Radicali Italiani vogliono promuovere una riflessione più ampia sull’importanza di garantire dignità, trasparenza e rispetto a tutti i lavoratori, offrendo anche assistenza a chi lo desidera tramite un bot su Telegram.
L’iniziativa punta a far emergere la realtà del lavoro nero, un fenomeno che, nonostante le tutele giuridiche esistenti, continua a essere diffuso e difficile da contrastare. La campagna promuove una visione del lavoro come strumento di emancipazione e realizzazione personale, non come fonte di sfruttamento e ingiustizia.
«Con “Poi vediamo” vogliamo dare voce a chi troppo spesso rimane inascoltato, contribuendo a portare alla luce situazioni di sfruttamento e illegalità che non possono più essere tollerate», spiega Simone Romagnoli, coordinatore nazionale dei Giovani Acli. «Questa campagna è un impegno collettivo a favore della giustizia sociale, affinché nessun lavoratore debba subire abusi o sentirsi indifeso. Possiamo costruire un futuro diverso, un futuro in cui il lavoro sia sinonimo di dignità e non di sfruttamento».
«Siamo particolarmente orgogliosi di questa collaborazione con le Acli», sottolinea Matteo Hallissey, segretario dei Radicali Italiani. «Sfruttamento e lavoro nero sono piaghe sociali che, nel silenzio generale, moltiplicano disuguaglianza e sfruttamento, una forma di schiavitù di cui siamo tutti colpevoli. La lotta contro queste ingiustizie deve diventare una priorità. Occorre rafforzare controlli e sanzioni, promuovere la regolarizzazione dei lavoratori, garantire loro diritti e tutele, e sensibilizzare l’opinione pubblica. Nessuno può sentirsi escluso».
La sinergia tra Giovani Acli e Radicali Italiani dimostra quanto sia fondamentale unire le forze per affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo. Entrambe le organizzazioni condividono l’obiettivo di promuovere una società più giusta, in cui i diritti di tutti siano rispettati e valorizzati.
Credit: foto di Artem Beliaikin su Unsplash
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