Cultura
Sindacati. “Giù le mani dalla spesa sociale”
Cgil, Cisl e Uil avvertono il governo: "l'aggiustamento dei conti pubblici non può avvenire intervenendo sul welfare"
Giu’ le mani dalla spesa sociale. Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme in vista del varo della manovra correttiva e avvertono il governo che l’aggiustamento dei conti pubblici non potra’ avvenire intervenendo sul welfare. Ma i sindacati rivendicano con forza anche di essere convocati, oltre che sul Dpef, sulla manovra che il governo si appresta a licenziare, le cui linee sono state illustrate oggi all’Ecofin da Silvio Berlusconi nella sua nuova veste di ministro dell’Economia ad interim. Rassicurazioni vengono dal ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno (An), il quale ha escluso tagli allo stato sociale sottolineando la necessita’ che ora parta subito il dialogo con le parti sociali perche’ il documento di programmazione economico-finanziaria va varato entro luglio. ”Siamo anche noi molto preoccupati per le imprese e per il sud – ha ammesso Alemanno – del resto e’ stato questo uno dei temi della verifica. Vogliamo garantire alle imprese del mezzogiorno una spinta per lo sviluppo e fare in modo di rispettare gli impegni sulle tasse senza indebolire l’appoggio per il sud, anzi rafforzandolo”. Cgil, Cisl e Uil, dunque, ribadiscono il loro determinato ”no” a qualsiasi ipotesi di tagli alla spesa sociale. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, non ha dubbi sul fatto che le previsioni e l’azione del governo siano stati un ”fallimento”. Il buco nei conti pubblici, ha detto, si e’ rivelato ”molto piu’ grande di quello che si temeva”. A questo punto, ha osservato, bisogna evitare che il tentativo di mettere a posto i conti ”sacrifichi sviluppo, investimenti e capacita’ di consumare delle famiglie”. Il segretario della Cgil ha chiesto che la manovra sia fatta con equita’ perche’ nel Paese in questi anni c’e’ gente che e’ diventata piu’ povera ed altra piu’ ricca. ”Bisogna partire – ha detto – dalla ricchezza finanziaria e dai privilegi fiscali, dai settori che hanno avuto la possibilita’ di creare reddito”. Per Epifani, quindi, va messa si’ sotto controllo la dinamica della spesa ma con interventi appropriati”. Secondo il sindacalista, infatti, non si possono usare le forbici sulla spesa sociale ma bisogna piuttosto fare interventi di qualita’ perche’ negli ultimi anni si e’ assistito al paradosso della spesa sanitaria in crescita con cittadini che pagano di piu’. E forti preoccupazioni sono state espresse anche dal segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, che non ha usato mezzi termini per dire che ”se si dovesse toccare lo stato sociale, sarebbe un disastro”. ”Le nostre preoccupazioni sono moltissime – ha detto – perche’ un drenaggio di questo genere avra’ ricadute negative sulla nostra economia. A maggior ragione spero che non ci siano tagli allo stato sociale. Il problema non e’ solo la manovra, che si sarebbe potuta evitare intervenendo in tempo, ma capire quale politica economica si intende mettere in campo per il futuro. E per fare questo – ha concluso – occorre cambiare totalmente agenda”. In linea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, il quale ha rilevato come tutta l’attenzione sia concentrata sull’aggiustamento rispetto al deficit di bilancio ”dimenticando che il vero problema e’ che il paese non cresce o cresce troppo poco: questo determina anche problemi di squilibrio di bilancio”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.