Formazione

Lega. “Senza il federalismo ce ne andiamo”

Sul piede di guerra anche il Carroccio, riunito in assemblea federale oggi in via Bellerio a Milano

di Ettore Colombo

La Lega ribadisce la fiducia a Silvio Berlusconi, ma gli chiede di essere concreto garante delle riforme e di quella del federalismo in particolare. ”Se c’e’ questa prospettiva noi ci siamo, se no ce ne andiamo”: e’ stato detto chiaro oggi da Roberto Maroni, al termine del Consiglio federale leghista durato tutto il pomeriggio nella sede di via Bellerio, assediata da giornalisti e operatori. Il rinnovato impegno per il federalismo la Lega lo aveva chiesto con forza anche sabato scorso, subito dopo le dimissioni del ministro dell’economia Giulio Tremonti. Oggi pero’ il Carroccio, che ha ribadito la fiducia a Berlusconi, chiedendogli anche di tenere l’interim del ministero dell’Economia fino all’approvazione della legge Finanziaria, va oltre una richiesta di impegno a parole e pretende che sulla riforma federale dello Stato tutti i partiti della maggioranza sottoscrivano il testo unitario ”che ne consenta l’approvazione entro il termine di questa legislatura”. Per ora la Lega non ha posto alcun aut aut, ma Roberto Calderoli ha voluto precisare che non c’e’ molto tempo per arrivare ad un testo condiviso. E quel tempo e’ di due settimane. ”E’ auspicabile – ha spiegato il vicepresidente del Senato – che entro 15 giorni ci sia un testo della riforma condiviso. La calendarizzazione e’ nota, quindi il testo potra’ andare in aula l’ultima settimana di luglio perche’ i tempi sono maturi”. La riforma federalista dello Stato, dunque, come conditio sine qua non per il Carroccio per continuare a rimanere al governo, per onorare il programma sottoscritto da tutta la Casa delle Liberta’. ”La Lega – ha ricordato Roberto Maroni – conosce solo un documento politico, cioe’ quello sottoscritto nel 2001 che ha dato vita alla Casa delle Liberta’. In quel documento – ha sottolineato il ministro del Welfare – c’era l’impegno sottoscritto da Bossi, da Berlusconi, da Fini, da Casini e da Buttiglione per la realizzazione del federalismo”. Il Consiglio federale, oggi riunito con l’unica assenza di Roberto Calderoli, oltre che del leader Umberto Bossi in questi giorni ricoverato a Lugano – ha voluto ribadire con forza anche la fiducia a Giulio Tremonti. ”L’unico sostituto a Tremonti – ha detto Calderoli – e’ Tremonti Giulio”, e ha chiesto a Silvio Berlusconi di continuare ”l’azione politica economica tracciata dall’ex ministro dell’Economia”. E il ministro Roberto Maroni ha aggiunto: ”Mi pare saggio che il Presidente del Consiglio faccia cio’ che ha promesso all’Ecofin per la manovra di riduzione dei costi accompagnata alla manovra di rilancio che passa dal Dpef e dalla legge Finanziaria”. ”Nessuno meglio di lui – ha detto Maroni – e’ la persona adeguata a proseguire la politica economica di Tremonti, a maggior ragione dopo il successo personale che ha ottenuto all’Ecofin non su un decreto legge ma sulla sua parola”.

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