Accoglienza
Nasce “Casa Arca Varese”, l’hub per i senzatetto in un bene confiscato
Il taglio del nastro nell’immobile appartenuto alla criminalità organizzata che grazie a Fondazione Progetto Arca è ora uno spazio per fornire supporto, riparo, ascolto e socializzazione ai più fragili. In collaborazione con il Comune della Città Giardino e a numerose associazioni attive sul territorio varesino
In via Tonale 31 a Varese, la palazzina che fino ad alcuni anni fa ospitava attività illecite e che è stata sequestrata e confiscata alla criminalità organizzata è oggi un luogo di solidarietà. Nella mattina di giovedì 7 novembre, infatti, è stata inaugurata Casa Arca Varese, il nuovo hub polifunzionale dedicato a offrire servizi di supporto, riparo, ascolto e socializzazione alle persone senza dimora della città.
Un progetto realizzato in rete
Nelle stanze che hanno visto anche lo sfruttamento della prostituzione, potranno trovare rifugio in emergenza una trentina di senza dimora. L’hub avviato da Fondazione Progetto Arca in collaborazione con il Comune di Varese coinvolge numerose realtà territoriali che, in rete, si occupano dell’accoglienza di persone in fragilità sociale e abitativa. Tra queste: Camminiamo Insieme; Avvocato di Strada; Sanità di Frontiera; Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie; Remar.
Il bene confiscato
L’immobile è un bene sequestrato e confiscato alla criminalità organizzata è stato assegnato a Progetto Arca, a seguito di un bando pubblico, per 30 anni, per la realizzazione di attività a finalità sociale.
La fondazione si è occupata della ristrutturazione per trasformare un luogo negativo in un struttura destinata a fare del bene. E non è la prima volta, Progetto Arca a febbraio aveva inaugurato a Roma un condominio solidale in un bene sequestrato alle mafie.
Prendendo la parola prima del taglio del nastro, Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, ha voluto esprimere la sua felicità perché il luogo «si è trasformato nel segno della bellezza». Il bello del resto è uno strumento «per orientare le persone che hanno perso la speranza verso un cambiamento della loro vita. Noi li accompagnamo».
La presenza a Varese di Progetto Arca
Sinigallia ha inoltre aggiunto che il dare vita a questo spazio «è un passo importante», in una città, Varese «in cui siamo presenti da tempo con le nostre attività di sostegno alle persone fragili».
E ha continuato: «Oggi siamo ancora più orgogliosi di essere l’anello di congiunzione di una rete solidale di associazioni che mettono a disposizione la loro esperienza, la competenza degli operatori e la disponibilità dei volontari per offrire un’accoglienza completa e costruttiva, che non sia solo assistenza in emergenza ma che preveda un progetto da seguire per ogni persona che vorrà camminare insieme a noi per ritrovare la sua autonomia di vita».
All’inaugurazione è intervenuta anche Simona Ronchi, direttrice dell’Agenzia Area Nord per l’amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che nel richiamare come «sia sempre un piacere inaugurare dei progetti con finalità sociali negli immobili sequestrati è la giusta conclusione del lavoro delle forze dell’ordine e dei tribunali. È un momento essenziale: la restituzione alla collettività». Ronchi ha poi ricordato che quello cui ha partecipato Progetto Arca è un bando sperimentale per il Terzo settore, il primo per il Nord Italia.
«Lo spazio di via Tonale si aggiunge alla rete che già esiste a Varese per accogliere e assistere persone senza fissa dimora» spiega l’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari, «estendendo ancora di più quell’assistenza e supporto che oggi sono sempre più indispensabili. Il luogo poi dove si svolgerà l’iniziativa è fortemente simbolico perché si tratta di uno spazio confiscato alla criminalità organizzata e assegnato oggi ad una funzione sociale e dunque a Fondazione Progetto Arca e alla rete che si è costituita. Rendendo così Varese una città sempre più solidale».
Un luogo che è tornato al “bene”
Per Molinari si tratta di un «momento di festa che sottolinea la grande sensibilità e capacità di restituire un bene alla cittadinanza». Rifacendosi poi all’intervento di Sinigallia ha aggiunto «ho letto da qualche parte che “la Bellezza salverà il mondo”, qui lo vediamo: servono luoghi e persone che favoriscano la volontà di tornare a far parte della società. E oggi questo bene che faceva il male è tornato al “bene”».
Ha preso la preso la parola anche il consigliere regionale lombardo Samuele Astuti che, sottolineando la presenza di tante persone e realtà ha ricordato l’importanza di rendere la complessità inclusiva «perché non dobbiamo lasciare indietro nessuno».
Il centro diurno per senza dimora
Negli spazi della palazzina è accolto un centro diurno per 30 persone senza dimora, che vi possono accedere gratuitamente e senza appuntamento dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle 17.30, accolte dagli operatori e dai volontari dell’associazione Camminiamo Insieme, partner storico sul territorio varesino di Progetto Arca.
Il centro diurno offre servizi di ristoro con beni alimentari quali bevande calde e fredde, frutta, panini e snack, e servizi attenti all’igiene della persona, con la possibilità di lavarsi grazie alla presenza delle docce, fare il bucato con le lavatrici a disposizione, depositare i propri effetti personali (bagagli e documenti) in uno spazio custodito, scegliere abiti belli e puliti grazie al servizio di guardaroba solidale, già sperimentato con successo da Progetto Arca a Milano.
Un luogo in cui rinascere e riscostruirsi
Il centro diurno è anche uno spazio ricreativo, dove le persone hanno la possibilità di socializzare tra di loro, di usufruire di una postazione internet, oltre che di libri e giornali. E ancora, è uno spazio di ascolto e orientamento ai servizi sul territorio, grazie allo sportello che aiuta chi è in difficoltà nella burocrazia dei documenti, funge da fermo posta, consente di affinare il curriculum vitae e simulare un colloquio lavorativo.
In questo ambito, la presenza dell’associazione Avvocato di Strada permette una consulenza legale e giuridica, mentre lo stato di salute delle persone che frequentano il centro è monitorato dall’associazione Sanità di Frontiera, che offre consulenza medica di base, incluse le medicazioni.
Il centro sarà inoltre un luogo di accoglienza emergenziale notturna durante l’inverno.
Le immagini sono di Daniele Lazzaretto
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.