Mondo

Sudan: Oggi Annan nel Darfur

Il segretario generale dell'Onu Kofi Annan da stamane nel Darfur per valutare la condizione dei rifugiati

di Joshua Massarenti

Saprà realmente pronunciarsi su quanto sta accadendo nel Darfur e prendere decisioni che possano fermare le atrocità della regione più martoriata del mondo? Questo sembra essere la vera posta in gioco del viaggio che il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha iniziato martedì in Sudan e che stamane lo ha visto protagonista di una serie di visite nei campi profughi di Tawila, nei pressi di Al-Facher, la principale città del Darfur settentrionale (ovest Sudan). Nel pomeriggio, Annan doveva attraversare la frontiera per recarsi in Ciad, dove attualmente si contano oltre 100 000 rifugiati provenienti dal Darfur. La visita di Annan giunge all’indomani della tournée compiuta dal segretario di Stato americano Colin Powell nel Darfur. I due si sono incontrati ieri sera all’aeroporto di Khartum, la capitale del Sudan, per discutere sul da farsi in una regione precipitata dal febbraio 2003 in un conflitto dalle conseguenze umanitarie devastanti. Da parte sua, Powell ha dichiarato che la crisi del Darfur non risponde alla definizione legale di genocidio. In altre parole, il segretario di Stato americano non giudica plausibile che nel Darfur, non vi sia l’intenzione né da parte delle milizie Janjaweed, né da parte del regime di El Bechir e del suon esercito, di sterminare le popolazioni locali. Ciò nonostante, Powell ha parlato di una “situazione estremamente seria”, ottenendo la promessa dal governo sudanese di intervenire rapidamente contro le milizie Janjaweed. Sempre ieri, gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu un progetto di risoluzione per imporre un embargo sulle armi destinate ai miliziani e interdire loro ogni viaggio. In questo progetto di risoluzione, non è prevista nessun tipo di sanzione nei confronti del regime di Khartum. Intanto, ieri Kofi Annan ha incontrato il vice presidente sudanese Ali Osmane Mohamed Taha e il ministro degli affari umanitari Ibrahim Mahmud Hamed, il quale ha affermato l’impegno del Sudan a “cooperare con l’Onu per evitare una catastrofe umanitaria”. “Se il governo sudanese non è in grado mdi proteggere i suoi cittadini o se si rifiuta a farlo, la comunità internazionale dovrà agire” aveva dichiarato l’altro ieri Annan, prossimo ad un incontro con il presidente sudanese Omar el Bechir previsto per domani.


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