Elezioni Usa 2024

Trump alla Casa Bianca, sarà la fine degli Esg?

Il secondo mandato del leader repubblicano coinciderà con la guerra alla sostenibilità promessa a lungo dal suo partito e attuata negli stati del Sud già governati? Secondo i bene informati, già a rischio la normativa che impegnava le società quotate a essere trasparenti sulle emissioni e la direttiva del dipartimento del Lavoro che obbligava i fondi pensione pubblici a tenere conto dei criteri di sostenibilità negli investimenti

di Giampaolo Cerri

La fine degli Esg? Più d’uno se lo è chiesto, stamane? Che succede della lunga marcia della sostenibilità, con le sue pieghe iperboliche, per carità, pompate dalla finanza con afflato talvolta non cristallino, col brand activism del marketing strategico, con l’opportunismo modaiolo di una certa politica, che succede, dicevamo, della lunga marcia che comunque ha portato nell’ultimo quarto di secolo a qualche risultato non trascurabile in fatto di lotta al cambiamento climatico e a responsabilità sociale delle imprese? Sì perché Donald Trump non ha mai nascosto la propria contrarietà a tutto questo vasto mondo e a tutti i suoi principi, con furba faciloneria ridotto a wokismo. 

A rischio norma sulle emissioni delle quotate
e la direttiva sugli Esg nei fondi pensione

L’altro ieri Politico, forse uno dei giornali più intelligentemente introdotti nella politica americana delineava i colpi di scure che potrebbero cadere, anzi starebbero per cadere, su tutto quello che è Esg, peraltro ampiamente annunciati da una capillare azione del Partito repubblicano e dei suoi governatori (Texas, Florida in primis).

«La controversa norma sulla divulgazione del rischio climatico della Sec, che richiede alle società quotate di divulgare alcune delle loro emissioni di gas serra, potrebbe essere un facile bersaglio da ritirare se Trump vincesse, se solo sopravvivesse alle sfide legali. E una norma del dipartimento del Lavoro che consente ai gestori dei fondi pensione di considerare i fattori Esg potrebbe essere ugualmente a rischio».

VITA lo aveva raccontato

D’altra parte, proprio da queste colonne, avevamo raccontato – senza ossessioni, ci mancherebbe – di quello che covava dalle parti del Grand Old Party, il Gop il partitone conservatore che fu di Bush padre e figlio, Reagan, Ford, Nixon e via rinculando.

A luglio di due anni fa, raccontavamo della grandi manovre degli Stati produttori di fossili, come il Texas, contro i fondi, le banche e la finanza che osassero imporre i criteri Esg, anche utilizzando le ragionerie di Stato: Usa, i repubblicani alla guerra del clima

Alcuni mesi dopo raccontavamo di come la bandiera anti-sostenibilità la sventolasse anche Ron DeSantis, che sembrava avere qualche chance alle primarie: DeSantis, l’anti-Esg che vuole la Casa Bianca.

E  avevamo fatto anche il ritratto di Bill Huizenga, il deputato del Michigan che, in seno al partito, guidava il Comitato anti-Esg, coordinando le varie azioni parlamentari e nelle agenzie pubbliche (leggi sotto, ndr)

Le lettere di Larry Fink

Insomma, saranno giorni difficili. Vedremo cosa dirà o scriverà Larry Fink, il grande capo di Black Rock che, con la sua lettere ai ceo del 2020 e del 2022, aveva schierato come un sol uomo la finanza dal lato green della storia – «Non è capitalismo woke», aveva scritto nella lettera del 2022, «è capitalismo».  Certo il fatto che nelle lettere successive questo endorsement fosse un po’ scivolato sullo sfondo poteva essere indicativo.  Così come il ruvido disimpegno di Harley Davidson e Jack Deniels dalle tematiche di D&i e le molte altre avvisaglie di prese di distanze, più o meno silenziose.

Scatterà il disimpegno climatico a stelle e strisce?

Chissà se il neo-ri-presidente Trump, nel suo dichiarato ripiegamento nei confini dell’Unione  – dall’impegno militare nei teatri a rischio al protezionismo economico – potrà permettersi il lusso (e avrà la forza) di ordinare il dietrofront statunitense nell’agenda climatica – già Cop 29, che apre l’11 novembre a Baku, potrebbe farci capire qualche sfumatura?  Riuscirà a farmare un movimento vastissimo, mondiale, che crede, non in un mondo perfetto, ma nella possibilità comunque di uno perfettibile?

Nella foto di apertura, di AP Photo/Julia Demaree Nikhinson/LaPresse, i preparativi nel quartier generale di West Palm Beach, dove i repubblicani hanno seguito la notte elettorale.

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