Welfare

Iraq: iniziato processo contro Saddam Hussein

Con Saddam, alla sbarra anche undici gerarchi del defunto regime

di Gabriella Meroni

Saddam Hussein, l’uomo che per 35 anni ha dominato indiscusso l’Iraq uccidendo e torturando migliaia di persone, e’ comparso oggi davanti a un Tribunale speciale iracheno per la formalizzazione delle incriminazioni, il primo passo, molto simbolico, dell’istruttoria del processo gia’ definito ”del secolo”. Con Saddam, compariranno anche undici gerarchi del defunto regime, consegnati ieri dalla Forza multinazionale agli iracheni per la ”custodia legale”. L’ex presidente e gli altri detenuti eccellenti resteranno fisicamente in custodia degli americani, per motivi di sicurezza. A Saddam, 67 anni, e’ stato notificato ieri il mandato di arresto. Dodici i reati che gli saranno contestati oggi, inclusi crimini contro l’umanita’ e genocidio dei curdi. L’ex dittatore e gli altri dirigenti rischiano la pena di morte, che il governo ad interim, insediatosi tre giorni fa, sembra deciso a reintrodurre. Ieri, Saddam si e’ presentato al giudice del Tribunale speciale iracheno (Tsi) come ”presidente dell’Iraq” ed e’ apparso confuso, dimagrito, nell’insieme un pallido ricordo dell’uomo imponente che dettava legge su 25 milioni di iracheni, ha riferito il presidente del Tsi, Salem Chalabi. Il Tsi prende in considerazione il periodo dal 17 luglio 1968, quando con un colpo di stato il partito Baath di Sadddam sali’ al potere, al 1 maggio 2003, fine ufficiale della guerra e crollo del regime. ”Una miniera d’oro di prove”, dicono le organizzazioni umanitarie, che richiederanno mesi di lavoro per essere esaminate. L’udienza preliminare, che si svolge in luogo segreto – probabilmente il carcere dove e’ detenuto in una base americana vicino all’aeroporto di Baghdad – e’ in corso. Tutto verra’ registrato e trasmesso successivamente dalle televisioni locali e mondiali. Gli iracheni potranno quindi rivedere Saddam per la prima volta dal 13 dicembre, quando apparve con la barba lunga, lo sguardo sconcertato, mentre un medico americano lo visitava, subito dopo la cattura in un nascondiglio sotterraneo nei pressi di Tikrit, il suo feudo a nord di Baghdad. Fra gli undici che compaiono oggi ci saranno anche il vicepremier Tareq Aziz e Ali il chimico, il cugino di Saddam incriminato per l’omicidio di 5.000 iracheni con gas a Halabja nel 1988. Un sondaggio condotto, in un’ora di telefonate, da una radio popolare irachena indica che il 45 per cento della gente vuole la pena di morte per Saddam. Ma, sorprendentemente, il 44 per cento lo vuole libero. Ci sono moltissime prove contro Saddam, ha detto il primo ministro Ayad Allawi, ma l’istruttoria sara’ lunga e il processo si terra’ solo ”fra mesi”. E la violenza non si ferma. Oggi nel primo attacco contro un funzionario governativo dall’insediamento dell’esecutivo ad interim tre giorni fa, sono morti il contabile Ihsane Karim del ministero delle Finanze, e due civili. Altri due sono stati uccisi nello scoppio di una bomba lanciata contro un convoglio americano in un altro quartiere. A Falluja, il feudo sunnita a 50 chilometri da Baghdad, sono state uccise sette persone, riferiscono fonti locali, nella quarta incursione negli ultimi dieci giorni contro un presunto covo del giordano Abu Masub al Zarqawi. Il generale Mark Kimmitt, il numero due nel comando delle operazioni militari in Iraq, ha confermato l’operazione ma non i morti. La caccia a Zarqawi si e’ intensificata e gli americani sono convinti di essere sulle tracce dell’uomo considerato la mente dell’ondata di violenze in Iraq. Washington ha aumentato la taglia sulla sua testa da 10 a 25 milioni di dollari – tanto quanto era stato promesso per Saddam Hussein e pende tuttora su Osama bin Laden – e incoraggiando gli iracheni a collaborare ha promesso che saranno pagati molto in fretta. Un soldato americano e’ morto in un incidente stradale nel sud e uno in un attacco con una bomba a Mossul, nel nord.


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