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Nuova vigilanza per sconfiggere il lavoro nero
Il 2 aprile scorso é stato approvato un decreto legislativo che ridefinisce la vigilanza.
Con il decreto legislativo approvato dal consiglio dei Ministri lo scorso 2 aprile cambia la vigilanza sui rapporti di lavoro. Si sono infatti affacciati nuovi soggetti che seguiranno nuove modalità operative.
Con l?entrata in vigore del decreto nelle fabbriche, cantieri ed esercizi commerciali si presenteranno gli ispettori delle Direzioni regionali e provinciali del lavoro, che si coordinano con le Commissioni regionali di coordinamento e con i Comitati per il lavoro e l?emersione del sommerso-Cles, gerarchicamente sottoposti alla direzione generale. Il ministero del Lavoro si assume così le iniziative di contrasto del lavoro irregolare, della vigilanza dei rapporti di lavoro e dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali.
«Da ora il coordinamento delle attività di ispezione, vigilanza e repressione del lavoro irregolare, dipenderà dall?esecutivo», ha spiegato il ministro Roberto Maroni nella conferenza stampa di presentazione, «consentendo un?azione più efficace dell?apparato ispettivo dello Stato e garantendo una migliore efficienza ed efficacia dell?azione contro il lavoro irregolare». Nello stesso tempo, ha sottolineato il ministro del Welfare, l?iniziativa garantirà meglio anche le aziende, evitando «un?ispezione dopo l?altra, senza alcun coordinamento e collegamento da parte degli ispettori del ministero del Lavoro, dell?Inps, dell?Inail e così via».
Ma quali sono i compiti degli ispettori del lavoro? Vigilano sull?esecuzione di tutte le leggi in materia di livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale ovunque sia prestata attività di lavoro, a prescindere dallo schema contrattuale, tipico e atipico. Controllano la corretta applicazione degli accordi collettivi di lavoro. Verificano il funzionamento delle attività previdenziali e assistenziali a favore dei prestatori d?opera.
Nel corso dell?attività di vigilanza, qualora l?ispettore ritenga che ricorrano i presupposti per una soluzione conciliativa, acquisito il consenso delle parti interessate, informa con relazione la Direzione provinciale del lavoro. Si avvia così il tentativo di conciliazione in cui si concordano i versamenti dei contributi previdenziali e assicurativi nonché il pagamento delle somme dovute al lavoratore che estinguono il procedimento ispettivo, che nel caso di mancato accordo prosegue. Lo stesso vale nelle ipotesi di richieste di intervento ispettivo alla Direzione provinciale del lavoro.
Se emergono inosservanze alla disciplina contrattuale da cui scaturiscono crediti patrimoniali per i lavoratori, oppure sono constatate inosservanze delle norme in materia di lavoro, gli ispettori diffidano il datore di lavoro a corrispondere gli importi risultanti. La nuova disciplina intende creare un rapporto di collaborazione con le imprese cui è stato riconosciuto l?interpello, ossia il diritto di chiedere, in via telematica, alle Direzioni provinciali del lavoro informazioni sull?applicazione delle normative. In tutti i casi (e non solo in quelli in cui la violazione non comporta determinate sanzioni) l?ispettore indica le modalità per la corretta attuazione delle leggi.
Il punto
Il 2 aprile è stato approvato un decreto legislativo che ridefinisce in modo organico la vigilanza in materia di lavoro.
Il ministero del Lavoro (che così si assume e coordina direttamente l?attività e le iniziative di contrasto al lavoro sommerso) si è dato 12 mesi per verificarne l?operatività.
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