Cultura

Italia contraria al mais transgenico prodotto dalla Monsanto

Al Consiglio Ue dei ministri per l'ambiente, oggi a Lussemburgo, la delegazione Italiana ha bocciato la proposta di autorizzazione della Commissione europea.

di Francesco Maggio

Confermata la posizione dell?Italia contraria alla commercializzazione del nuovo mais transgenico NK 603 prodotto dall’americana Monsanto e destinato al consumo animale. Al Consiglio Ue dei ministri per l’ambiente, oggi a Lussemburgo, la delegazione Italiana, sulla base di un parere scientifico negativo ha infatti bocciato la proposta di autorizzazione della Commissione europea. Con l?Italia, hanno votato contro la proposta anche la Grecia, l?Ungheria, la Danimarca, la Lettonia e Cipro. Ad astenersi, invece, sono stati il Belgio, la Spagna, la Slovacchia e la Slovenia. Le votazioni, tuttavia, sono state interrotte dal momento in cui la presidenza irlandese di turno ha constatato la presenza di una minoranza di blocco sulla proposta di Bruxelles. Solo la Francia, tra le delegazioni che hanno avuto tempo per esprimersi, ha votato favorevolmente al nuovo granturco geneticamente modificato. La parola definitiva sull’ingresso dell’NK 603 targato Monsanto in Europa spettera’ ora all’Esecutivo Europeo che dovra’ mettere la decisione all’ordine del giorno di una delle prossime riunioni del collegio dei commissari. ”Ci si aspetta una decisione nelle prossime settimane”, annuncia Bruxelles in un comunicato. Il mais in questione e’ stato modificato per aumentare la sua tolleranza al glifosato, un potente erbicida. ”Se autorizzato – precisa la Commissione Ue – il prodotto sara’ impiegato come ogni altro mais, eccetto che per la coltivazione e per l’alimentazione umana”. Sara’ inoltre immesso nel mercato comunitario, con un’autorizzazione di 10 anni, ai sensi dei regolamenti europei sull’etichettatura e la tracciabilita’ per i prodotti contenenti Ogm. Un’altra proposta di autorizzazione per l’Ogm NK 603, questa volta destinato al consumo umano, dovra’ essere prossimamente votata dai ministri dell’Ue.


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