Imprese reponsabili

Un altro packaging è possibile

Innovare per dare risposta ai bisogni dei clienti trasformando l'obiettivo primario di massimizzare i guadagni in azione virtuosa per l’ambiente e la società. È la strada scelta dalla multinazionale Tetra Pack che da due anni ha avviato un progetto di crowdsourcing di innovazione per far emergere i talenti di professionisti e giovani universitari

di Rossana Certini

Puntare sull’innovazione per arrivare a essere sempre più un’azienda a impatto zero. Questa l’ambizione di Tetra Pak, la multinazionale che produce sistemi integrati per il trattamento e il confezionamento di alimenti. Da alcuni anni l’azienda lavora insieme ai suoi stakeholder per trovare soluzioni che consentano di migliorare la sicurezza alimentare e ridurre lo spreco di alimenti e rifiuti.

«I nostri clienti producono food e acquistano da noi sistemi completi e integrati di prodotti», spiega Stefania Pertusi, vice presidente product and portfolio management e sustainability, «forniamo non solo gli imballaggi ma anche macchine che servono a riempire il packaging e a processare il prodotto. I nostri clienti, da qualche anno, ci manifestano il loro bisogno di rendere sostenibili le loro attività per risparmiare energia, acqua e prodotti che spesso vengono sprecati. Entriamo nelle loro aziende, osserviamo, analizziamo e valutiamo tutti i processi cercando di apportare ai nostri sistemi le modifiche tecniche necessarie a raggiungere il loro obiettivo».

Stefania Pertusi riceve l’Impact marketing award da Marco Fontana, direttore marketing di NWG Energia e Gabriele Carboni di Weevo (Foto: Impact marketing award)

Un processo di innovazione che pur puntando al risparmio economico per l’azienda genera vantaggi, anche, sul territorio visto che, come spiega Pertusi: «trovare, per esempio, soluzioni per risparmiare il consumo di acqua durante il processo produttivo di un alimento è fondamentale in termini di risparmio economico ma, anche, idrico soprattutto in quei territori dove l’acqua scarseggia».

Dalla risposta a un bisogno ad azione virtuosa per l’ambiente

Una catena di benefici che partono dalla risposta al bisogno delle imprese di massimizzare i profitti, ma che poi si trasformano da obiettivo primario in azioni virtuose per l’ambiente e la società. Un processo che va oltre le consuete strategie di marketing, ma si focalizza sull’impatto positivo che un’azienda può avere sulla società e sull’ambiente. Per questo Tetra Pak ha ricevuto lo scorso ottobre l’Impact marketing award 2024 riconoscimento assegnato alle realtà distintesi per aver concepito le loro strategie di prodotto considerandone l’effetto su comunità e ambiente .

Come spiega Fabio Graziosi, componente del comitato tecnico del premio: «TetraPak sta lavorando molto sul piano della ricerca affinché il prodotto finale sia sempre più sostenibile ma, anche, sul coinvolgimento dei dipendenti nelle scelte aziendali. Tetra Pak ha dato vita a una sorta di gara di idee interna all’azienda per coinvolgere tutti i dipendenti in quelle che saranno le future strategie imprenditoriali del marchio. I progetti migliori, proposti dai dipendenti, vengono poi finanziati e portati in produione».

Andrea Farinetti di Fontanafredda, anch’egli premiato con l’Impact marketing award 2024

Il crowdsourcing di innovazione per far emergere le competenze

Un progetto di crowdsourcing di innovazione avviato due anni fa che ha aperto a tutti i dipendenti dell’area servizi e sostenibilità di Tetra Pak la possibilità di proporre nuove idee che, superata la valutazione da parte di una giuria interna, passano alla fase di sviluppo prototipo testato nell’azienda di un cliente e in fine, se superano tutti i test, diventano effettivi prodotti del marchio.

Tra le idee proposte, per esempio, c’è quella che consente di collegare all’apertura del circuito di alcune macchine per il confezionamento degli alimenti l’attivazione della barriera a vapore perché, spiega Pertusi: «nel processo di confezionamento di alcuni alimenti è necessario avere una barriera al vapore. Infatti, il cibo è separato dall’ambiente esterno da vapore a 100 gradi che, ad oggi, è continuamente in funzione anche quando l’impianto è chiuso. Bene, non avevamo mai pensato di collegare l’apertura del circuito alla barriera a vapore. Quindi di tenere la temperatura dell’acqua costante e di farne vapore solo al momento in cui serve. L’idea è arrivata grazie al nostro crowdsourcing di innovazione e permette di risparmiare sia in termini energetici che di spreco di risorse naturali».

Quazie al progetto sono cambiate anche le relazioni interpersonali all’interno della multinazionale. Spiega Pertusi: «Aver dato a tutti la possibilità di esprimere le proprie capacità ha fatto emergere competenze di cui non avremmo mai avuto contezza perché spesso sono professionisti che vivono in tutto il mondo e non lavorano materialmente su una scrivania di un nostro ufficio perché magari sono operativi presso impianti dei nostri clienti e quindi vedono tutti i giorni con i loro occhi gli eventuali problemi dei processi produttivi». E conclude: «prima non avevano modo di partecipare alle fasi di innovazione. Questi professionisti si sono finalmente sentiti ascoltati, hanno avuto un supporto, perché non hanno lavorato da soli ma sono stati affiancati da giovani che noi assumiamo direttamente dall’università e che hanno avuto la responsabilità, con onori e oneri, della gestione del processo progettuale della nuova idea, della gestione del baget e di tante le altre fasi di test del prototipo».

Un progetto di crowdsourcing di innovazione che ha generato anche relazioni, scambi di competenze e abilità tra professionisti di generazioni differenti uniti dall’obiettivo finale di mettere in produzione l’idea iniziale del proprio team di lavoro.

Nell’immagine di apertura uno stabilimento alimentare (foto: Tetra Pak)

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