Donne
Bonus latte, in Sicilia un diritto con effetto retroattivo
In Sicilia il bonus di 400 euro in formula per lattanti nei primi sei mesi di vita, destinato alle mamme con particolari condizioni di disagio fisico e sociale, non si è neanche visto. Ora, dopo la denuncia dell’associazione “L’arte di crescere”, un’interrogazione prevede che il diritto venga applicato addirittura con effetto retroattivo. Basta produrre i giustificativi di spesa a partire dal 2021
L’allattamento? Quanto di più bello e intimamente significativo nel rapporto tra mamma e bambino. Uno di quei momenti che mette in connessione due umanità che, da quel momento, faranno strada insieme nella vita. Peccato, però, che la Sicilia, quando si parla di allattamento naturale, continua a rimanere fanalino di coda perché il 40,6% dei bambini di 2-3 mesi non riceve latte materno. Un dato che ha sempre preoccupato chi del tema si occupa, peraltro sottolineato nell’indagine “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino”, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2022 e pubblicata a fine marzo 2023. Indagine che ci dice che la percentuale dei bambini di 4-5 mesi che non riceve latte materno è del 56,5%.
Quando la politica si occupa delle donne lo fa senza alcuna riflessione reale, solo se e quando necessario
Monica Garraffa, associazione “L’arte di crescere”
Una situazione che preoccupa come sempre quelle associazioni che, delle periferie, si prendono cura perché, essere mamma già non è una passeggiata, ma lo diventa ancor di più in contesti periferici, difficili, quelli in cui i privilegi sono qualcosa che appare su uno schermo della televisione, che si ammira nelle pagine illustrate di un rotocalco o ancora attraverso le sponsorizzazioni che corrono sui social.
Un bonus latte per le mamme più in difficoltà
Sarebbe quindi scontato, “naturale” viene quasi da dire, saltare sulla sedia ed esultare nel momento in cui il governo nazionale del 2019 decise di istituire il bonus formula. Un sussidio, che prende le mosse dalla legge statale di bilancio 2020 del 27 dicembre del 2019 e prevede un contributo fino a 400 euro per l’acquisto di sostituti del latte materno da destinare alle neo mamme con Isee non superiore a 30mila euro e affette da patologie certificate che impediscono loro l’allattamento naturale.
Alla Sicilia, il decreto ministeriale attuativo della legge, avrebbe destinato 184,973 euro per il 2021, 462,969 euro per il 2022 e 464,954 per il 2023 che sono stati trasferiti alle Asp competenti per territorio. Somme, però, mai spese in quanto le stesse Asp a oggi o non sanno di cosa si parli esattamente o non ne avrebbero nemmeno sentito parlare. Nemmeno i Caf interpellati sapevano nulla.
Inevitabile la scesa in campo di chi le antenne le ha sempre accese per andare incontro alle esigenze dei più fragili, le donne in modo più specifico, ritenendo questo un aiuto economico isolato non a sostegno dell’allattamento materno.
«Significa soprattutto supportare un’alimentazione, i cui effetti benefici non possono essere paragonati a quelli del latte materno», sostiene Monica Garaffa, dell’associazione “L’Arte di Crescere”, operante sin dal 2009 sul territorio siciliano e nazionale nell’ambito della protezione, promozione e sostegno all’allattamento. «Siamo davanti a un provvedimento che non soddisfa assolutamente i reali bisogni delle donne, ancor di più nella nostra terra che, i dati parlano chiaramente, continua a detenere il triste primato di ultima regione italiana per i tassi di allattamento. Quando, però, questa estate abbiamo saputo che una mamma non riusciva ad ottenere il “bonus formula”, rendendoci poi conto che in Sicilia nessuna famiglia aveva potuto usufruire di questa opportunità perchè l’informazione non era passata, abbiamo cominciato a farci sentire».
I pugni sul tavolo della politica delle donne
Pronto l’ascolto di due parlamentari siciliane, Valentina Chinnici e Roberta Schillaci, che, nel giro di qualche giorno, hanno depositato un’interrogazione che pretendendo di avere contezza della gestione di oltre un milione di euro arrivati in questi anni nelle casse regionali, dei quali si era persa traccia, chiedendo se e in quale misura il sussidio fosse stato erogato e quante persone avesse raggiunto.
Essendo, però, stato previsto, che il bonus venisse dato alle mamme per aiutarle nei primi sei mesi di età del loro bimbo, era necessario trovare l’escamotage per recuperare le somme. La soluzione? Rendere il decreto retroattivo. Basta, però, produrre i giustificativi di spesa per l’acquisto della formula a partire dall’1 settembre 2021 e, così, al posto della formula, si potranno ricevere quei 400 euro che sono sempre un aiuto. Ovviamente una bazzecola, perché tutti conserviamo gli scontrini relativi alle spese fatte oltre 3 anni fa!
«Certo mi avrebbe fatto comodo avere un aiuto quando mia figlia era appena nata», dice Rosaria, la cui bambina ha oggi 3 anni e vive nel popolare quartiere di Ballarò, «e magari oggi farei la richiesta, ma come si può pensare che si conservino gli scontrini di 3 anni fa? Come sempre si dà aiuto a chi forse ne avrebbe meno necessità, dimostrando che la politica favorisce pochi».
«Continuiamo a chiederci se non valeva la pena trovare qualche altra soluzione al contributo in danaro», sottolinea Garraffa «considerando che tra le patologie che danno diritto al bonus ci sono anche l’alcolismo e l’assunzione di droghe. Questa storia a nostro avviso rappresenta la perdita di un’occasione preziosa di reale confronto tra mondo politico, tecnici e stakeholder perchè si dimentica spesso che i decreti non sono solo degli atti ordinanti, ma dovrebbero costituire un buon esempio di comunicazione per dare il giusto peso alle parole ponendo attenzione e rispetto per i destinatari».
Una questione pratica ma anche di cultura
«Siamo di fronte ad un caso di ingiustizia sociale in una regione che è all’ultimo posto per allattamento materno«, afferma in conclusione Valentina Chinnici. «Su questo fronte, culturale innanzitutto, dobbiamo lavorare per sensibilizzare la cittadinanza sui benefici derivanti ai bambini e alle madri dall’allattamento materno».
In apertura l’opera “Maternidad” di Juan Miguel Bueno
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