Welfare

Welfare: al via due progetti per l’inclusione dei disabili nel mondo del lavoro

L'iniziativa presentata oggi a Roma

di Francesco Maggio

Parola d?ordine: ?inclusione?. Presupposto di base: i disabili sono una risorsa e non un problema per il mondo del lavoro. Su queste due linee-guida si muovono due progetti del Ministero del welfare, presentati oggi a Roma in un convegno. Il primo, promosso in collaboraziopne con Italia lavoro ? l?agenzia tecnica per le politiche attive dell’ occupazione – e il Disability Italian Network, e un progetto sperimentale che ha l?obiettivo di introdurre in Italia la nuova classificazione internazionale del funzionamento della salute e della disabilita’ (Icf), adottata dall?Organizzazione mondiale della sanità, per ”garantire una migliore valutazione delle potenzialita’ professionali di un individuo sulla base di fattori medici, sociali e ambientali e per favorire una maggiore occupabilita’ dei disabili”. La nuova classificazione – ha spiegato Mario Conclave di Italia Lavoro – che dovrà sostituire i vecchi criteri, sarà sperimentata dopo un periodo di formazione rivolto alle figure professionali competenti. La sperimentazione riguarderà tre province, ognuna per un?area geografica (Nord, Centro, Sud), e si concluderà nell? ottobre 2005. ”Siamo il primo Paese al mondo a introdurre la nuova classificazione” ha detto il sottosegretario al welfare, Grazia Sestini, che ha definito l’ Icf ”una vera e propria rivoluzione culturale, perche’ si guarda al disabile non piu’ per quello che manca, ma per le capacita’ e le potenzialita’ che ha”. Questa nuova classificazione, secondo il Welfare, insieme ad all’ applicazione delle nuove normative in materia previste dalla riforma Biagi, e in particolare dell’ art. 14 della legge relativo al ruolo delle cooperative sociali nell’ inserimento occupazionale dei disabili, facilitera’ l’ incontro tra domanda e offerta di lavoro. ”Si tratta di uno strumento ancora sperimentale – ha sottolineato Sestini – forse inadeguato, ma lo verificheremo”. E comunque ”il ministro Maroni – ha aggiunto il sottosegretario – e’ disponibile a modifiche, anche ad annullarlo”. E proprio l’ applicazione dell’ art. 14 trova le associazioni dei disabili sul ‘piede di guerra’: le cooperative sociali sono soggetti economici fragili, con grandi difficolta’ di sopravvivenza” sostiene il presidente della Fish, Pietro Barbieri, che considera questa sperimentazione ”una forzatura”. ”In questo modo – aggiunge – le imprese non imparano a integrare i disabili, ma semplicemente scaricano il problema sulle cooperative. Noi siamo assolutamente contrari, anche se staremo a vedere come procedera’ la sperimentazione”.


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