VITA 30

Per VITA è l’ora di un nuovo miracolo

La festa per i trent'anni di VITA che ha stupito tutti per energia, gioventù e partecipazione di mille persone nell'arco della due giorni, è stata una vera fabbrica di contenuti che chiedono di essere sviluppati per affrontare le sfide del prossimo futuro. Una legacy per la redazione e per la comunità tutta di VITA

di Riccardo Bonacina

La festa per i 30 anni di VITA che a partire dal febbraio scorso immaginammo come un vero festival su due giornate, s’è chiusa sabato sera coinvolgendo le realtà non profit che come VITA festeggiavano compleanni a cifra tonda, dalle Acli alla Lega del Filo d’oro, da Save the children a Exodus, da Agesci a Banca Intesa per il sociale, e in particolare la “generazione 94”, Forum Terzo settore, Banca Etica, Emergency , Progetto Arca e tanti altri.

Un segno di come VITA si sia sempre concepita realtà a servizio di una community ben definita: quella delle organizzazioni della società civile. Nell’ottobre 1994 il debuttante settimanale nasce esattamente da un patto, recepito nello stesso statuto della società editoriale, tra giornalisti e attivisti che condividono la necessità di portare le istanze del vivere civile nell’agone pubblico e politico.

“E noi come vivremo?”, il titolo della due giorni è un altro segno distintivo della trentennale avventura di VITA, quella della volontà di guardare avanti, di immaginarsi il futuro, sognarlo per poi costruirlo. Non solo, il titolo esplicita una profonda convinzione, il non profit, il terzo settore, prima di essere una community di organizzazioni giuridicamente definite, esprima una visione della vita e del mondo, una visione di un futuro desiderabile, più giusto, sostenibile, persino fraterno.

Non potendo essere presente perché da qualche mese devo curare una malattia importante ho mandato un messaggio che si concludeva così: “Commosso di come VITA cammini con la sua faccia pulita continuando a sviluppare un giornalismo di senso e a raccontare il mondo in modo non disperante o pettegolo, ma generativo. Ringrazio ad uno ad uno tutti i protagonisti di questa storia dai primissimi a tutti voi che siete oggi impegnati per darle futuro”.

Ho seguito quasi integralmente lo streaming della due giorni alla Fabbrica del vapore e come i quasi mille che hanno affollato le 10 sessioni in cui si articolava il palinsesto, il convegno iniziale sulla ricerca SWG, il laboratorio sulla grafica e le illustrazioni o l’hackathon sulla cura delle diseguaglianze, sono rimasto sorpreso dalla qualità degli interventi, dalla cura con cui il palinsesto si svolgeva e dalla bellezza degli allestimenti in uno spazio assai suggestivo come quello delle ex Cisterne alla Fabbrica del Vapore.

Una due giorni che è stata una vera fabbrica di contenuti necessari per immaginare il prossimo futuro e dare risposte alle sfide che ci attendono. Ho ricevuto decine di messaggi da parte di ospiti importanti della due giorni o di semplici partecipanti, tutti colpiti dall’energia che si respirava e dall’alto tasso di gioventù presente.

Sicuramente Stefano Arduini e la redazione restituiranno per una ulteriore fruizione post evento i contenuti della due giorni che in tanti stanno chiedendo, anche perché le domande in cui si articolava il palinsesto e le risposte consecutive date dagli ospiti rappresentano una vera agenda anche per VITA che è necessario sviluppare.

Franco Arminio nella sua performance esplosiva intitolata “Canti della gratitudine” (e per raccontare i 30 anni di VITA non c’è parola più adeguata e precisa) ha letto una delle sue poesie brevi che dice così “Si sta vicini per fare miracoli, non per ripetere il mondo che già c’è, che già siamo”.

È esattamente questo scommessa che la redazione di VITA deve assumersi, quella di una vera ripartenza, quella di una scintilla nuova capace di generare nuovi miracoli. Facendo affidamento sulla rinnovata coscienza che proprio il Festival dei 30 anni ci ha regalato.

Foto @StefanoPedrelli

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