Formazione
Ciao vecio. I funerali di Tom Benetollo: musica, lacrime e ricordi
Si sono svolti questa mattina, nella sede nazionale dell'Arci a Roma, i funerali di Tom Benetollo. Una cronaca.
Riprendiamo la cronaca di questa giornata dall’agenzia Ansa, che ha saputo scrivere un ricordo partecipe e commosso di Tom. Vita lo ricorderà con uno speciale di due pagine in edicola da venerdì prossimo. Ciao da tutti noi, Tom.
E. Co.
Se oggi avesse potuto stare tra la sua gente, Tom Benetollo sarebbe stato sicuramente felice: la sinistra, tutta la sinistra, era sotto un sole cocente davanti ad una grande bandiera americana con il simbolo della pace e la scritta ”contro la guerra”, unita come difficilmente lo e’ stata in questi ultimi anni. Con la Iervolino a piangere tra D’Alema e Bertinotti, con Veltroni ‘stretto’ tra Folena del correntone Ds e Giordano di Rifondazione, con Epifani e Cofferati accanto a Di Pietro e Occhetto, Rosy Bindi a due passi da Bernocchi e i Disobbedienti. L”’artigiano della politica” e il ”costruttore di pace”, come l’hanno definito i suoi amici, pero’, era in una enorme bara di mogano chiaro coperta da una bandiera della pace, ucciso domenica notte da un’aneurisma all’aorta. I funerali del presidente dell’Arci – un passato prima nella Fgci e poi nel Pci e un presente, che durava ormai da vent’anni, nell’associazionismo, un uomo, ha detto don Luigi Ciotti ”che non ha mai posseduto la verita’ ma l’ha sempre cercata sinceramente, senza tatticismi e compromessi” – si sono svolti questa mattina a Roma, nella sede nazionale dell’associazione in via dei Monti di Pietralata. Con il quartiere in strada, le bandiere della pace a sventolare dalla finestre delle case e un megaschermo per permettere a chi non e’ riuscito ad entrare di seguire la cerimonia nel cortile. Dove, invece, era assiepato lo stato maggiore del centro sinistra: la dirigenza Ds e quella di Rifondazione, segretari di Fiom e Cgil, i leader dei Verdi, dei Comunisti Italiani e della lista Di Pietro-Occhetto, esponenti di spicco della Margherita, disobbedienti e antagonisti, Gino Strada e Moni Ovadia, Pancho Pardi. E ancora Pietro Ingrao e Berlinguer, Rinaldini e Russo Spena, Realacci e Curzi, Vendola e Mascia, Bordon e Gentiloni, Cento e Dominici, Grillini e Mussi. I volontari delle associazioni cattoliche e della protezione civile, con in testa il capo del Dipartimento Guido Bertolaso. E c’era anche il sottosegretario al Welfare Grazia Sestini. ”Tom non ce l’ha fatta – ha detto nella sua orazione don Luigi Ciotti, fondatore di Libera ma soprattutto amico di Benetollo – ma tutta la sua vita personale e politica sono la testimonianza piu’ nitida, piu’ alta e vera, che Tom ce l’ha fatta, lasciandoci una straordinaria scia di passione e liberta”’. ”Ci ha insegnato ad amare – ha aggiunto Ciotti annunciando che la prima casa che verra’ confiscata alla mafia e assegnata all’associazione Libera sara’ chiamata ‘casa Tom’ – ed e’ stato un costruttore di pace che non si stancava mai di dire che non c’e’ pace senza giustizia”. Prima di lui aveva commosso le oltre mille persone Arrigo Donati, partigiano. ”Ciao amico semplice e compagno di strada dall’entusiasmo contagioso – ha detto tra le lacrime – tra i tuoi meriti c’e’ quello di esser stato un uomo rispettoso della storia e delle esperienze degli altri. Tutto il mondo della sinistra e della pace e’ orgoglioso di averti avuto al suo fianco”. E’ toccato invece al senatore Ds Nuccio Iovene, una vita nell’Arci, ripercorrere la ‘carriera’ politica del ‘compagno Tom’. ”Diceva sempre: ‘io sono un berlingueriano’ e con lui aveva in comune la mitezza e la sensibilita’ – ha ricordato – era un uomo di frontiera e un’artigiano della politica”, cresciuto nella Padova degli anni 70, che allora era ”crocevia delle tensioni tra opposti estremismi e dove Tom intraprese il cammino della non violenza”. Ed e’ toccato ai nipoti raccontare il Tom ‘privato’, quello forse piu’ nascosto, lo zio ”icona di liberta”’, ma anche lo zio ”di Tex e Ken Parker, delle Lucky Stike e degli lp a Natale, di Bob Dylan e dei Rolling Stones”. Prima che la bara del presidente dell’Arci prendesse la via del cimitero per la cremazione e la sepoltura, don Ciotti ha donato la sua stola sacerdotale con i colori dell’arcobaleno alle due sorelle di Benetollo, Marta e Daniela, affinche’ la portino alla madre Italia, rimasta a Padova. Niente benedizione, ne’ incenso. ”Non tocca a me portare la benedizione. In questo caso, benedire significa ‘dire bene’ di Tom, riconoscere la sua statura morale, la sua profondita’, la sua grande spiritualita’. Ciao vecchio”. Poi ci sono state le lacrime e gli applausi, l’ultimo passaggio tra due ali di folla. E le note della splendida ”She’s a raimbow”, la ballata senza tempo dei Rolling Stones tra le piu’ amate da Benetollo, mentre tutti, ma proprio tutti, importanti leader politici e semplici militanti, giovani disobbedienti e anziani partigiani, femministe e cattolici facevano la fila, asciguandosi le lacrime, per salutare Eva, la sua bellissima compagna, e il piccolo Gabriele. Ciao, vecio.
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