Volontariato

Un uomo abituato alle sfide. E che ha una parola sola

Biografia politica di Brahimi, ex ministro e ambasciatore poliglotta.

di Redazione

«Quando ero il responsabile delle Nazioni Unite per l?India, Lakhdar Brahimi lavorava per l?Onu in Afghanistan. Veniva spesso nel mio ufficio e mi sento di dire che è un ?one word man?, un uomo che ha una parola sola. Non credo, quindi, che cambierà idea». A parlare così dell?ex inviato per l?Onu in Iraq è il tedesco Hans Graf von Sponeck, sino al 2000 a capo del programma Oil for Food in Iraq, in ottimi rapporti con Kofi Annan e, dagli anni 60, uomo di spicco delle Nazioni Unite, da cui è uscito tre anni fa. Ma chi è davvero Brahimi? Algerino, settant?anni compiuti il 1° gennaio scorso, è sposato e ha tre figli. Laureatosi in Francia in legge e scienze politiche, parla alla perfezione arabo, francese e inglese. Tra il 1956 e il 1961, durante la guerra d?indipendenza algerina, rappresenta il Fronte di liberazione nazionale nel Sud-Est asiatico e vive a Giakarta. Dal 1963 al 1970 è il rappresentante permanente presso la Lega araba, dal 1971 al 1979 fa l?ambasciatore a Londra per poi tornare in patria e diventare consigliere diplomatico del presidente della Repubblica algerino. Ministro degli Esteri per tre anni (dal 1991 al 1993), inizia a lavorare presso le Nazioni Unite, portando a compimento innumerevoli missioni speciali. Yemen, Liberia, Nigeria, Sudan, Repubblica democratica del Congo (ex Zaire), Sud Africa, Haiti e, soprattutto, Afghanistan, dove è l?inviato speciale di Kofi Annan tra il luglio del 1997 e l?ottobre del 1999. Capo della missione Onu nel Paese liberato dal governo dei talebani, il 1° gennaio 2004 viene nominato consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite. Poche settimane dopo, gli è attribuito anche l?incarico di inviato speciale dell?Onu in Iraq. Da cui si è dimesso il 5 giugno scorso.


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