Volontariato

Fazio: “Privato sociale e volontariato vanno potenziati”

Così il Governatore della Bankitalia ha parlato oggi, a margine di un convegno, rilanciando riforma delle pensioni e welfare

di Benedetta Verrini

Nel riesame dei caratteri e dei limiti dell’intervento pubblico in campi come l’assistenza, la sanità, l’ambiente, l’istruzione acquistano particolare interesse i settori del ‘privato sociale’ e del volontariato. “Attivita’ che nel nostro paese sono ancora poco sviluppate rispetto agli altri paesi industrializati e potranno essere ulteriormente potenziate. Dobbiamo prevenire i rischi della crescente insicurezza sociale, investire nel futuro”. Parola di Antonio Fazio, che oggi in occasione della lezione tenuta a Palazzo Koch dal professor Peter Diamond del Massachusetts Institute of Technology, è intervenuto per rilanciare la riforma delle pensioni e parlare di welfare. ”Occorrono interventi organici, rispondenti a una visione unitaria nella quale abbiano un ruolo adeguato le esigenze di coesione, di solidarieta’, di economicita’” ha detto il Governatore di Bankitalia. “La revisione, da operare nell’ambito della collaborazione tra le parti sociali, deve mirare a conservare nel tempo il sistema e i suoi benefici essenziali, incidendo sui meccanismi strutturali, rimuovendo le distorsioni e le inefficienze, limitando i costi”. Fazio ha rilevato che la previdenza pubblica “risponde al principio di solidarieta’ fra generazioni, a un criterio di giustizia distributiva tra le persone in attivita’ lavorativa e le persone in quiescenza che hanno contribuito in passato alla’accumulazione di capitale, in primo luogo di conoscenze, oltre che di beni fisici, oltre che al benessere di cui la presente generazione puo’ godere”. Le tendenze demografiche pero’ ”con il progressivo e accentuato invecchiammento – ha osservato il Governatore – le rigidita’ dei mercati dei fattori produttivi, la bassa crescita e la ridotta competitivita’, soprattuto i problemi della finanza pubblica rendono necessaria oggi una revisione dello Stato sociale”. Per Fazio, risposte ”appropriate ai problemi dello Stato sociale, alla necessita’ di contenere il volume delle risorse assorbite dal settore pubblico, non possono prescindere dall’obiettivo di stimolare e rafforzare la crescita dell’economia, di promuovere per tale via nuova e buona occupazione”. Fazio in sostanza, pur sottolineando che il sistema della sicurezza sociale e’ stato ”orgoglio e vanto della nostra generazione, fonte di diffuso riscatto dalla miseria e dal bisogno di ampi strati della popolazione lavoratrice e delle classi piu’ umili”, ribadisce la necessita’ della riforma che possa adattarlo alle nuove condizioni dell’economia sia nazionale che internazionale. La legislazione sociale in Europa e in Italia ”e’ stata definita – conclude – nei suoi elementi essenziali alla fine degli anni ’60 e nei primi anni ’70 al termine di due decenni di continuo ed elevato sviluppo – ha osservato il Governatore – la normativa assumeva implicitamente quindi un sistema economico in costante crescita. Ma nei decenni successivi, il tasso di sviluppo dell’economia si e’ fortemente ridotto con inevitabili ripercussioni sulla situazione occupazionale. Il modello di welfare ha manifestato segni di crisi”.


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