Welfare

Rifugiati. In netto calo il numero in tutto il mondo

Interessanti i nuovi dati diffusi dall'Achnur. Domani a Roma si celebra la Giornata mondiale del Rifugiato

di Ettore Colombo

In base alle nuove statistiche annuali relative al 2003 presentate oggi dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), il numero di rifugiati e delle altre persone che rientrano nel mandato dell’Agenzia ONU è, alla fine del 2003, di 17,1 milioni in tutto il mondo, per una diminuzione del 18 per cento rispetto all’anno precedente. Si tratta della cifra più bassa da un decennio a questa parte.

Presentando questi dati in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato – che ricorre il 20 giugno di ogni anno – l’Alto Commissario Ruud Lubbers ha attribuito questa drastica diminuzione a diversi fattori, tra i quali il rinnovato impegno della comunità internazionale nel perseguire soluzioni per le milioni di persone sradicate e il continuo lavoro dell’UNHCR e dei suoi partner mirato a risolvere le crisi di rifugiati che si protraggono da lungo tempo, talvolta anche per decenni.

Secondo l’Alto Commissario, le statistiche sottolineano con evidenza il tema cui è stata dedicata la Giornata Mondiale del Rifugiato di quest’anno – “Un posto chiamato casa” – e offrono la prova tangibile dei buoni risultati ottenuti dall’UNHCR e dai suoi partner nella loro attività in 120 paesi.

“Del 2001, l’anno in cui ho assunto l’incarico di Alto Commissario, Il numero complessivo delle persone di cui si occupa l’UNHCR è sceso dalla cifra di 21,8 milioni agli attuali 17,1 milioni, per una diminuzione dei quasi il 22 per cento” ha affermato Lubbers. “Questi dati sono molto incoraggianti, specialmente per le quasi 5 milioni di persone che negli ultimi anni sono riuscite a tornare nel proprio paese o a trovare un nuovo posto in cui ricostruirsi una vita. Per loro, quelli che a noi possono apparire freddi numeri, riflettono invece una realtà speciale: la fine di un lungo esilio, l’inizio di una nuova vita e una nuova speranza per il futuro”.

Secondo le cifre, ancora provvisorie, compilate dalla Population Data Unit dell’UNHCR, il numero complessivo delle persone che alla fine del 2003 rientravano nel mandato dell’UNHCR era di 17,1 milioni, il numero più basso da dieci anni a questa parte. Di questi, 9,7 milioni sono i rifugiati, 1,1 milioni i rifugiati rimpatriati che necessitano ancora di assistenza, 4,2 milioni gli sfollati interni, 233mila gli sfollati rientrati nelle proprie aree di origine, 995mila i richiedenti asilo e 912mila altre categorie di migranti forzati, tra cui gli apolidi.

Facendo riferimento alla ripartizione geografica, le persone di cui si occupa l’UNHCR alla fine del 2003 sono 6,2 milioni in Asia, 4,3 milioni in Africa ; 4,3 milioni in Europa, 1,3 milioni in America Latina e Carabi, quasi un milione in America del Nord e 74mila in Oceania.

I principali paesi d’asilo sono il Pakistan, che accoglie 1,1 milioni di rifugiati, l’Iran (985mila), la Germania (960mila), la Tanzania (650mila) e gli Stati Uniti (452mila). Tutti questi paesi hanno comunque registrato una diminuzione nel numero di rifugiati che va dal 2 al 25 per cento. Quello degli afghani è ancora una volta il gruppo di rifugiati più numeroso al mondo, con almeno 2,1 milioni di rifugiati in 74 diversi paesi d’asilo, seguito dai sudanesi (606mila) e dai burundesi (531mila). Le cifra relativa agli afghani non include i rifugiati e i migranti che vivono nelle aree urbane del Pakistan, che un’indagine governativa realizzata nel 2001 – l’ultima stima disponibile – ha calcolato in circa 1,6 milioni di persone. Inoltre, una recente registrazione condotta in Iran ha rilevato che nel paese si trovano 600mila rifugiati in più rispetto al 2003. Pertanto le stime relative ai rifugiati afghani saranno quest’anno oggetto di una verifica, in collaborazione con i governi interessati.

La popolazione complessiva di rifugiati – 9,7 milioni alla fine del 2003 – ha registrato un decremento di 920mila unità, circa il 10 per cento in meno rispetto ai 10,6 milioni dell’anno precedente. Si tratta del secondo anno consecutivo che questo dato registra un netto calo.

La diminuzione ha riguardato durante l’anno tutte le regioni in cui opera l’UNHCR: il numero di rifugiati è diminuito del 13 per cento in Asia, di oltre il 6 per cento sia in Africa che in America Latina e Carabi, del 5,5 per cento in Europa, del 4,8 per cento in America del Nord e dell1,1 per cento in Oceania. In Africa si è registrato un aumento – dello 0,6 per cento – solo nella regione occidentale. L’Alto Commissario Ruud Lubbers è attualmente impegnato nella realizzazione di un programma che mira al rimpatrio di oltre 2 milioni di rifugiati e altri milioni di sfollati in nove paesi africani.

Per risolvere in maniera duratura la drammatica situazione dei rifugiati, l’UNHCR persegue generalmente la soluzione del rimpatrio volontario. Quando questo non è possibile, l’Agenzia cerca di favorire l’integrazione dei rifugiati nei paesi di primo asilo o il loro reinsediamento in un paese terzo sicuro.

Degli 1,1 milioni di rifugiati rimpatriati nel corso del 2003, 646mila sono rientrati in Afghanistan, 133mila in Angola, 82mila in Burundi, 55mila in Iraq, 33mila in Sierra Leone, 23mila in Ruanda, 21mila in Liberia, 16mila in Costa d’Avorio e 14mila in Bosnia-Erzegovina. In alcuni di questi paesi, come Iraq e Liberia, l’UNHCR non promuove ancora il rimpatrio per ragioni di sicurezza, ma molti rifugiati scelgono comunque di farvi ritorno. Lubbers ha rilevato che negli ultimi due anni si è registrato un numero di rimpatri volontari senza precedenti, con circa 3,5 milioni di rifugiati rimpatriati. Si tratta soprattutto di afghani rientrati nel proprio paese da Pakistan e Iran.

“Il massiccio rimpatrio degli afghani degli ultimi due anni mostra con evidenza i benefici che una prolungata attenzione da parte della comunità internazionale e il sostegno alle attività dell’UNHCR e dei suoi partner nelle regioni di origine dei rifugiati possono apportare” ha dichiarato Lubbers. “Le conseguenze di queste azioni si avvertono addirittura in Europa, dove il numero delle richieste d’asilo presentate da cittadini afghani è diminuito sensibilmente. Tuttavia sostegno e investimenti internazionale sono necessari anche nei paesi in cui i rifugiati fanno ritorno, durante l’intero processo che si articola nelle fasi del rimpatrio, della reintegrazione, della riabilitazione e della ricostruzione a lungo termine – le cosiddette ‘4R’. Quindi, solo assicurando la sostenibilità del rimpatrio, possiamo garantire ai rifugiati che rientrano nel proprio paese di potervi anche rimanere definitivamente”, ha aggiunto l’Alto Commissario.

I paesi dai quali nel corso del 2003 si sono registrati i maggiori esodi di popolazione sono stati il Sudan (112mila nuovi rifugiati), la Liberia (87mila), la Repubblica Centrafricana (33mila) la Repubblica Democratica del Congo (30mila), la Costa d’Avorio (22mila) e la Somalia (15mila).

Durante il 2003, circa 807mila domande d’asilo sono state presentate in 141 paesi. La maggior parte di queste richieste è pervenuta da parte di cittadini di Federazione Russa (38.900), Cina (37.100), Serbia-Montenegro (36.700), Repubblica Democratica del Congo (35.800), Turchia (33.800), Iraq (32.100), Colombia (29.400), Afghanistan (22.400) e Nigeria (21.300). A circa 150mila richiedenti asilo è stato riconosciuto lo status di rifugiato e ad altri 40mila uno status di protezione per motivi umanitari.

Oltre a rifugiati, rifugiati rimpatriati e richiedenti asilo, alla fine del 2003 vi erano altre 5,3 milioni di persone che rientravano nel mandato dell’UNHCR – tra sfollati interni ed altre categorie di migranti forzati – il 21 per cento in meno rispetto ai 6,8 milioni dell’anno precedente. Nell’ambito di questa cifra, il numero di sfollati – 4,2 milioni alla fine del 2003 – è diminuito nel corso dell’anno di 460mila unità.

Le cifre presentate dall’UNHCR non includono i circa 4 milioni di rifugiati palestinesi che si trovano in Libano, Siria, Giordania, Cisgiordania e striscia di Gaza e che quindi rientrano nel mandato dell’Agenzia di soccorso e lavori delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente (UNRWA). L’UNHCR si occupa invece di circa 430mila rifugiati palestinesi che si trovano al di fuori di tale area, soprattutto in Arabia Saudita, Iraq, Egitto e Libia.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.