Mondo

SOS Darfur, l’attività di Intersos

La ong italiana sta intervenendo a sostegno dei profughi che arrivano dal Sudan nel territorio del Ciad

di Gabriella Meroni

INTERSOS sta operando nel Sud-Est del Ciad, nell?area di confine col Darfur sudanese, in partnership colle agenzie ONU presenti sul campo, UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), WFP (Programma Alimentare Mondiale) e UNICEFper rispondere alla crisi umanitaria in atto in Darfur. Sono 200,000 i profughi sudanesi che si stima siano attualmente già entrati in Ciad ma si riportano nuovi arrivi spontanei ogni giorno e la situazione di crisi, così come riportato anche da tutti gli altri Organismi Umanitari presenti sul campo, non sta certamente volgendo verso il miglioramento. Lo Staff di INTERSOS sta operando nella Sub-Prefettura di Koukou Angarama, dove al momento è anche l?ufficio principale INTERSOS, nella provincia di Abecè. INTERSOS è arrivata in Ciad in Febbraio, agendo da subito per fare fronte con la massima rapidità al disastro umanitario del Darfur, che prosegue sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale, insieme alle Agenzie ONU e alle altre ONG presenti nel paese. In questi mesi, nonostante la critica situazione logistica nell?area, INTERSOS ha costruito e sta ora gestendo due Campi rifugiati, per un totale di 38,000 rifugiati, in coordinamento con UNHCR: o Campo di GOZ AMIR Sono qui ospitati attualmente 20,000 rifugiati sudanesi. INTERSOS all?interno del campo si occupa di fornire abitazioni, acqua e sistema sanitario in genere. Sono organizzate inoltre attività sociali a favore delle categorie più sensibili e per il coinvolgimento dei rifugiati nella vita del campo. Il cibo è distribuito da INTERSOS nel campo grazie alle provvigioni fornite da WFP. Il campo ora, in poche decine di giorni, ha raggiunto la sua capienza massima La situazione è dunque per il momento sotto controllo nel campo, anche grazie al fatto che la popolazione locale ciadiana ha accolto i nuovi arrivati dal Sudan senza ostilità. Si deve fare notare, a testimonianza dei massacri in atto nel Darfur, come sia alta la percentuale di donne sole all?interno del campo, sicura testimonianza del fatto che molti uomini siano stati vittima delle incursioni dei Ndjanjawid (le milizie a cavallo irregolari che compiono sanguinose scorribande nella regione del Darfur, sostenute di fatto dal governo Sudanese), o comunque non siano ancora riusciti a superare il confine. Nel campo sono state promosse e iniziate con successo attività agricole a favore della popolazione ospite. La stagione delle piogge, che è appena iniziata, fa meno paura ora che, grazie a pozzi scavati appositamente, è stata assicurata la autonoma provvigione d?acqua per tutto il campo rifugiati. o Campo di DJABAL. Questo campo è stato approntato da pochi giorni proprio per rispondere al continuo afflusso di rifugiati dal Sudan che ha già saturato le disponibilità dell?altro campo. Sempre in partnership con UNHCR il campo è stato così realizzato a tempo record in solo una settimana ed è attrezzato per accogliere 18,000 persone. 2000 Rifugiati sono già nel campo e altri 2,000, ora in transito nel campo di Goz Amir, saranno qui trasferiti al più presto. Questi sono giorni in cui il campo rapidamente va riempiendosi, dunque sono implementate, per ora, le necessarie attività di prima accoglienza: distribuzioni di cibo, beni di prima necessità, monitoraggio e assitenza dei casi vulnerabili come vecchi, donne sole, persone non autosufficienti. In entrambi i campi INTERSOS si occupa di tutte le distribuzioni necessarie per I rifugiati: tende, coperte, materassi, set da cucina e organizza le indispensabili attività sociali a favore degli ospiti del campo. In questi giorni, per il campo di Djabal, si stanno compiendo tutti gli sforzi possibili per assicurare in modo autonomo il fabbisogno di acqua per il campo prima che inizi la più intensa stagione delle piogge. Per attraversare in sicurezza la stagione sono già state preparate le indispensabili scorte di cibo, grazie all?aiuto di WFP, dal momento che tra pochissimi giorni nell?area a causa delle pesantissime precipitazioni previste i trasporti logistici saranno difficilissimi, quando non impossibili. E il cibo è proprio il problema più urgente oggi, ma non solo per I rifugiati sudanesi ma anche per la popolazione ciadiana residente nella zona. L?arrivo di centinaia di migliaia di nuove persone in così poco tempo ha infatti messo sotto durissima prova un territorio dove già scarse erano le risorse preesistenti e già critica la situazione per quanto riguarda sanità, educazione e sviluppo. INTERSOS ha così iniziato a lavorare anche su questo altro fronte, con un intervento, sostenuto da ECHO, l?ufficio per l?interventi umanitari della Unione Europea, per l?aumento delle disponibilità d?acqua nella zona e per lo sviluppo di attività agricole e di sicurezza alimentare. A 25,000 persone, tra ciadiani e rifugiati sudanesi, si stanno distribuendo kit per l?agricoltura insieme a un programma di educazione al loro migliore utilizzo e nel contempo si stanno riabilitando vecchi pozzi d?acqua precedentemente inutilizzabili. Sul fronte delle violazioni dei diritti umani, lo staff di INTERSOS presente in Ciad segnala che la situazione non accenna a migliorare: incursioni di Ndjnjawid contro la indifesa popolazione in fuga dal Darfur sono ora riportate troppo spesso anche all?interno del territorio ciadiano al di qua del confine. D?altro canto si teme anche che l?inarrestabile flusso di rifugiati possa provocare in futuro malcontento tra la popolazione locale, nel caso il numero di sudanesi presenti diventasse troppo alto per essere tollerato dalle scarse risorse locali. Ora, INTERSOS sta partendo con una missione in Sudan per programmare il futuro intervento direttamente nell?area del Darfur, questo per potere rispondere ai bisogni della popolazione sopravvissuta, ormai allo stremo dopo mesi di indisturbati crimini contro i diritti umani portati dalle truppe filogovernative, e per preparare per tempo le complesse future operazioni di rientro nel Darfur per i rifugiati attualmente in Ciad.


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