Non profit

Csr: Osif, bilanci sociali non più sufficienti

Servono nuovi strumenti per comunicare a una platea più ampia e maggiori investimenti per raggiungere tutti i portatori di interessi

di Francesco Agresti

Responsabilità sociale e trasparenza. La fiducia tradita si riconquista ammettendo le colpe, assumendosene le responsabilità e investendo con continuità nella comunicazione con tutti gli stakeholder. Sono queste, secondo Osif, l?Osservatorio sulla sostenibilità dell?impresa e della finanza promosso dal Forum del Terzo settore, insieme a SAM Group, l’università Luiss , SRI Italia e le parti sociali, i due elementi su cui far leva per ristabilire un equilibrio tra mercato dell?offerta e risparmiatori. Osif lo ha ribadito nel corso del convegno tenutosi oggi a Roma. Gli eventi che negli ultimi mesi hanno destabilizzato i rapporti tra mondo finanziario e clienti-consumatori hanno rimarcato la necessità di approfondire una riflessione concreta sull?etica e la responsabilità sociale come parti integranti dell?offerta di servizi di investimento e previdenza. “Chi, come alcune banche, ha scelto di assumersi la responsabilità dei propri errori probabilmente chiuderà i bilanci 2004 con risultati meno brillanti delle altre, ma sono convinta che negli anni successivi le perfomance saranno migliori di chi invece oggi stenta a riconoscere di aver sbagliato”, ha detto Elisabetta Murenu, presidente di Osif. “Essere socialmente responsabili migliora non solo le performance sociali ma anche quelle economiche come dimostra una ricerca condotta su un campione di 35mila imprese dall?università dell?Iowa. Ma la responsabilità passa anche attraverso un dialogo continuo e costante con tutti gli stakeholder, proprio per questo devono essere ripensati gli strumenti finora utilizzati. Il bilancio sociale, ad esempio, è necessario ma non sempre sufficiente perché generalmente rivolto solo agli investitori istituzionali”. Le tesi di fondo di Osif sono state ampiamente condivise dai rappresentanti delle organizzazioni intervenute. “Abbiamo registrato”, sostiene Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore, “una sostanziale condivisione sulla necessità di ribadire che senza la trasparenza, la responsabilità sociale diventa uno strumento autoreferenziale, quando invece dovrebbe rappresentare un?occasione per riflettere sulla democrazia economica e su un nuovo modo di fare impresa”.


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