Politica

657 eccezioni di incostituzionalità. È record per la Bossi-Fini

Alcune parti significative della nuova legge non possono entrare in vigore.

di Benedetta Verrini

La Bossi-Fini lascia nella più grande incertezza il rapporto tra migranti e Stato italiano. Ha collezionato in assoluto nella storia repubblicana il numero più grande di eccezioni di incostituzionalità, 657, ed è ancora oggi, a due anni dalla sua approvazione, senza il regolamento di attuazione”. Così un gruppo di parlamentari, esperti di immigrazione, esponenti del mondo dell?associazionismo, dei sindacati e delle organizzazioni non governative, riuniti per dare vita a un gruppo di riflessione sulle politiche migratorie nel nostro Paese, si sono espressi la settimana scorsa, criticando con forza la legge sull?immigrazione. Tra le diverse voci, quelle di Pino Arlacchi, Tana De Zulueta, Alberto Maritati, Ali Baba Faye, Filippo Miraglia, Gian Nicola Sinisi, Piero Soldini e Vittoria Tola. Senza regolamento d?attuazione (previsto dall?art. 34 della Bossi-Fini), alcune parti molto significative della nuova legge sull?immigrazione non possono entrare in vigore. Rimangono sulla carta, ad esempio, gli Sportelli unici per l?immigrazione, che dovrebbero semplificare la vita a chi ha bisogno di manodopera straniera. Sul fronte della costituzionalità della legge, la Consulta si è già espressa all?inizio dell?anno (con la sentenza n. 5/2004, che ha confermato la validità della legge nella parte in cui prevede il reato dello straniero che resta nel territorio nazionale in violazione dell?ordine di allontanamento del questore entro cinque giorni), ma deve ancora valutare la compatibilità costituzionale di due norme cardine del testo: l?espulsione amministrativa dell?immigrato, che ora non può ricorrere davanti a un giudice, e l?arresto obbligatorio per i recidivi che non rispettano l?intimazione ad abbandonare il territorio nazionale.


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