In mostra

Sono tazza di te: una mostra “con i baffi”

È visitabile fino al 31 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano la mostra "Sono tazza di te!" con alcune tazze "salva baffo" ispirate alle Mustache Cups ottocentesche. Il ricavato della vendita di alcune tazze andrà a sostegno delle attività della Fondazione Archè

di Daria Capitani

La creatività femminile (e non solo) per supportare mamme e bambini in difficoltà. “Sono tazza di te!” è la mostra di Dcome Sesign, associazione impegnata dal 2010 nel valorizzare il talento delle donne, in coproduzione con Casva, che fino al 31 ottobre è visitabile alla Fabbrica del Vapore di Milano. 26 tazze pezzi unici progettate da donne, accanto ai lavori di 12 artisti uomini, con il nuovo format “coi baffi”, donate per supportare la Fondazione Archè che dal 1991 a Milano, Roma e San Benedetto del Tronto accoglie e ospita nelle tre comunità mamme e bambini in difficoltà aiutandoli a riprogettare un futuro migliore.

Dopo il successo della prima edizione di “Sono tazza di te!” (che tra il 2021 e il 2022 ha viaggiato per l’Italia, da Milano passando per Lugano, Vietri sul Mare e Faenza, fino ad Albissola Marina) questa seconda edizione “coi baffi”, a cura di Anty Pansera e Patrizia Sacchi, avrà due tappe: la prima alla Fabbrica del Vapore a Milano (Sala Colonne) e la seconda a Lodi, nell’ex Chiesa dell’Angelo, dal 14 dicembre al 26 gennaio.

In mostra, le tazze progettate da 26 donne a tema libero senza vincoli di dimensione, materiale o funzione, e 12 special guests provenienti da quasi tutta l’Italia che hanno proposto affascianti e anche inaspettate “tazze salva baffo”, rileggendo l’estetica vittoriana in chiave contemporanea. L’idea è nata dalle “Mustache Cups” ottocentesche: nel 1860, l’inglese Harvey Adams inventò una tazza con una particolare caratteristica, una staffa a mezzaluna “per proteggere l’onor del labbro” di quei gentiluomini che sfoggiavano, e curavano, straordinari baffi che all’ora del tè correvano il rischio di afflosciarsi, sciogliendosi la cera che li modellava per il caldo vapore. Sarà visitabile anche la curiosa collezione privata di Carlo Filosa, raffinato amatore padovano di questa inedita tipologia di “oggetto d’uso”, composta da più di 100 pezzi raccolti in oltre trent’anni.

Gli special guests sono Giancarlo Cazzaniga, Michele Cuomo, Guido De Zan, Giorgio Gurioli, Alessandro Iudici, Pasquale Liguori, Andrea Marconi, Marco Pisati, Carlo Pizzichini, Alberto Maria Prina, Andrea Salvatori e Maurizio Tittarelli Rubboli. Tra le progettiste donne, alcune sono già state presenti alla prima edizione, numerose le new entry: particolari i diversi approcci e linguaggi usati per creare le tazze e soprattutto per le tipologie di materiali utilizzati (riciclati e di scarto, ghiere di plastica, fili di rame argentato, fascette di cablaggio, filo di cotone cerato, lane, marmo, acciaio, ferro, vetro, terre). Espongono Silvia Bianchi, Claudia Botta, Flora Caroli, Donatella Carollo, Laura Cavestro, Erika Chinaglia, Laura Cristinzio, Sarah Dalla Costa, Varvara Erikhova, Luisa Ferrara, Gloria Gianatti, Mariacristina Giobbi, Anna Giuli Del Monte, Ilaria Grimaldi, Rosanna La Spesa, Cinzia Li Volsi, Maria Maddalena Manna, Francesca Mo, Marzia Mucchietto, Floriana Pastore, Karin Putsch-Grassi, Valeria Eva Rossi, Livia Sciorilli Borrelli, Claudia Tagliaferro, Eliana Valenti, Teresa Vella.

Un cameo in mostra, che anticipa la seconda tappa a Lodi dal 14 dicembre 2024 al 26 gennaio 2025, è la presenza di alcuni pezzi di ceramica artistica lodigiana firmata dalla manifattura Ceramica Artistica Lodigiana. Fondata nel 1981 da Angelo Pisati e Giovanni Minetti, realizza ancora una produzione dai decori all’italiana e alla francese che si distinguono per la policromia vivacissima, il disegno eclettico, l’accostamento indovinato dei colori.

Sabato 26 ottobre, dalle 11 alle 13, alla Fabbrica del Vapore, si terrà l’evento “Kintsugi tra Oriente e Occidente”. Chiara Lorenzetti presenterà il suo manuale “Kintsugi, l’arte di riparare con l’oro” e condurrà una dimostrazione pratica delle fasi di lavorazione del Kintsugi, con la possibilità di sperimentare la tecnica personalmente. La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria a questo link. Il laboratorio è disponibile per un massimo di 15 persone, ma aperto agli spettatori.

La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 11 alle 18,30, lunedì chiuso. Ingresso libero.

Foto Andrea Mauri

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