Non profit

Bilanci di missione, a tutta trasparenza

Troppe associazioni non ne hanno ancora capita l’importanza. Solo le fondazioni lo usano, perché la legge le obbliga (di Maddalena Bonicelli).

di Redazione

Si dice che il bilancio sociale rischia in certi casi di essere adottato dalle imprese più per una moda, che per una scelta consapevole. Bisogna aggiungere che nel mondo del non profit l??effetto moda? del bilancio sociale rischia di produrre anche un mercato di imitazioni, che propone di fatto lo stesso modello di rendicontazione sociale nato dal for profit, quindi da esigenze che sono necessariamente differenti. Se è indispensabile che ogni organizzazione non profit capisca l?importanza della rendicontazione, è allora altrettanto importante comprendere la ragione specifica che in questo caso sta alla base: rispondere del proprio operato in relazione a un bisogno collettivo, con la massima trasparenza nei confronti dei beneficiari e di tutti coloro da cui si riceve sostegno per realizzarlo. Per questo si è iniziato a parlare di ?bilancio di missione?, anche se oggi in Italia gli enti non profit che utilizzano questo strumento sono ancora pochi e sono soprattutto le fondazioni, in primo luogo le fondazioni bancarie, a farlo a partire dal 97, sulla base di una specifica normativa. “In Italia il termine ha assunto la valenza di bilancio sociale per le organizzazioni non profit, in risposta al diffondersi di atteggiamenti di omologazione degli strumenti di rendicontazione sociale del non profit a quelli del for profit”, afferma Alessandro Hinna, docente ed esperto della materia. “Sono atteggiamenti che rischiano di tradire il senso dello strumento, che dovrebbe rimanere legato, nella forma e nel contenuto, alla tipologia di azienda che va a rappresentare. Nel caso della non profit il bilancio sociale è qualcosa che si fa per comprendere e comunicare come e quanto si sia stati capaci di realizzare la propria missione ed è l?unica forma di rendicontazione per descrivere le attività svolte”. Sostanzialmente, mentre per le aziende for profit il bilancio sociale è un completamento del bilancio di esercizio, per le non profit quello che rappresenta pienamente i risultati sono i fatti, esplicitati in relazione alla missione dichiarata nel bilancio di missione. Ma come si dimostrano concretamente questi fatti? Il principio guida, che ha ripercussioni pratiche sulla stesura del bilancio, è la partecipazione degli stakeholder. Spiega Hinna: “Più che un documento in senso stretto, dovrebbe essere interpretato come il risultato di un processo in cui, passo dopo passo, si costruiscono gli strumenti di rilevazione e si innescano i cambiamenti organizzativi necessari alla costruzione di una dialettica continua con gli stakeholder, interni ed esterni”. Un processo in cui la rendicontazione non avviene a posteriori, ma in itinere, consentendo l?introduzione di cambiamenti strategici e organizzativi anche sulla base della crescente consapevolezza delle dinamiche interne con cui vengono vissuti e perseguiti valori ed obiettivi: “Si esplicita, in definitiva, quello che è tipicamente tacito e scontato nell?organizzazione. Tanto che in certi casi il primo scopo del bilancio di missione non è la pubblicazione, ma l?utilizzo come manuale organizzativo interno”, sottolinea Hinna. Un cambiamento di prospettiva tale che anche la certificazione del bilancio può essere vissuta, coerentemente, come un momento di riscontro nei confronti dei portatori di interesse: il processo di revisione può assumere una valenza strategica rispetto alla mission. In che modo? Coinvolgendo un panel di opinion leader selezionati tra gli stakeholder, chiamandoli ad esprimere delle valutazioni di cui l?organizzazione dovrà tenere conto, con un?ulteriore assunzione di responsabilità verso gli impegni che dovrà e potrà assumere.

Maddalena Bonicelli

Info: Bertinoro (FO), 12-13 luglio Corso: Comunicare il valore: il bilancio di missione per le organizzazioni non profit www.fundraisingschool.it

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