Mondo

Il nuovo Iraq who’s who

Chi sono i leader del governo iracheno che entreranno in carica il 30 giugno? Le loro biografie svelano particolari interessanti. Tutti hanno studiato a Londra o negli Usa.

di Paolo Manzo

Vita ha raccolto da una fonte britannica di stanza a Bassora un documento che, al momento, non è ancora stato divulgato alla stampa, contenente le biografie dei membri del nuovo governo ad interim che governerà il Paese dal primo luglio. Ecco i profili più interessanti. Sheik Ghazi Al-Yawar. Il presidente cullato dai sauditi Il presidente del futuro governo provvisorio iracheno Sheik Ghazi Al-Yawar, 45 anni, è un ingegnere che ha iniziato i suoi studi alla Petroleum University di Riad per laurearsi poi in quel di Washington, nello specifico alla Georgetown University. Sunnita ma nato a Mossul (nord Iraq, a maggioranza kurda), negli ultimi 20 anni ha vissuto in Arabia Saudita, al punto da arrivare a ricoprire la carica di vicepresidente della Hicap Technology, una compagnia che opera nel settore delle telecomunicazioni e dei sistemi di sicurezza perimetrali (ovvero le carceri di massima sicurezza come si evince dal sito Internet FARHAN – HICAP). La Hicap ha tra i suoi clienti più affezionati lo United States of America Department of the Navy, ossia la marina militare Usa, e tra i partner più attivi Telespazio (ossia Finmeccanica) ed è assai vicina alla casa regnante saudita. Al-Yawar, quindi, è più saudita che iracheno. Al punto che in un sondaggio condotto a fine maggio dall?Icrss (il Centro iracheno per le ricerche e gli studi strategici, uno dei pochi think tank indipendenti a Bagdad) la popolazione irachena lo posizionava al 17esimo posto tra i preferiti alla presidenza tra un gruppo di leader politici e religiosi. Peccato che i nominativi proposti dal sondaggio condotto in sette province irachene fossero in tutto proprio 17. Il motivo non è tanto il rifiuto nei confronti di Al-Yawar, quanto il fatto che la maggior parte degli iracheni non ha mai sentito pronunciare il suo nome. Oltre il 30% degli intervistati dall?Icrss, infatti, ha risposto che non ha sentito mai parlare di lui e, quindi, non può esprimere un?opinione. Per Sadoun al-Doulame, direttore esecutivo dell?Icrss, “Al-Yawar non ha mai fatto parte della vita politica irachena né dell?opposizione ai tempi di Saddam”. Ayad Allawi. Un primo ministro made in Cia Ayad Allawi è nato a Bagdad nel 1946. Sciita, di famiglia ricca, da giovane entra nel partito Baath, diventa dottore e “cura saltuariamente il giovane Saddam Hussein per malanni minori”, come rivela il New York Times nell?edizione del 29 maggio. Consegue un master e un dottorato in medicina alla London University, e nel 1976 si dimette dal partito Baath, trasferendosi definitivamente a Londra dove comincia a collaborare con il MI6, il servizio d?intelligence britannico. Saddam si vendica, tentando di ucciderlo nel 1978, e lui, l?anno successivo, comincia a organizzare gli ex baathisti come lui, costretti all?esilio perché caduti in disgrazia in patria. Oltre che neurologo, è anche un uomo d?affari: va a Beirut e inizia a raccogliere fondi ingenti – soprattutto dopo l?invasione del Kuwait nel 1990 – da Gran Bretagna, Giordania, Arabia Saudita e dalla Cia. Nello stesso anno fonda l?Iraqi National Accord (Ina), un gruppo politico che ha organizzato un colpo di Stato fallito contro Saddam Hussein, nel 1996. L?Ina ha lavorato sin dall?inizio a stretto contatto con la Cia e il MI6 e, a detta di molti quotidiani anglo-americani (tra cui The Guardian, New York Times, Washington Post e New York Sun), avrebbe ricevuto ingenti finanziamenti in nero dagli Usa e dall?Arabia Saudita. Rientrato in Iraq dopo la caduta di Saddam, è stato chiamato ad essere l?uomo ?forte? del nuovo governo iracheno che s?insedierà il 30 giugno prossimo e – nonostante le sue prime dichiarazioni critiche nei confronti di Washington, accusata di aver “commesso gravi errori” – tutti sanno che il suo nome è stato espressamente voluto da Paul Bremer. Anche per questo, nel sondaggio condotto dall?Icrss, Allawi era appena davanti ad Al-Yawar nella classifica dei politici più graditi alla popolazione: sedicesimo su 17. Nel suo caso, però, la ?bassa classifica? non può imputarsi al fatto che gli iracheni non lo conoscano ma al fatto che “ogni giornale ha parlato dei suoi contatti con la Cia”, spiega al-Doulame. Anche per questo l?inviato dell?Onu, Brahimi quando s?è reso conto di come stavano andando le cose sulle nomine, invece di essere felice per il rientro in gioco del Palazzo di Vetro se n?è andato sbattendo la porta. Barham Salih, vice primo ministro. Il capofila degli uomini nuovi Uno dei membri più significativi del nuovo governo iracheno, assai equilibrato e colto. Nato nel 1960, nel Kurdistan iracheno, Barham Salih è tra i più giovani componenti del nuovo governo. Arruolatosi nel 1976 nell?Unione patriottica del Kurdistan, il Puk, è stato arrestato due volte dalla polizia segreta di Saddam. Lasciato l?Iraq nel 1979, diventa il portavoce ufficiale in esilio del Puk. Molto apprezzato nel Nord dell?Iraq, quello a maggioranza curda, Salih viene eletto nel 1991 leader del Puk e parte alla volta di Washington, per restarvi dieci anni come rappresentante del governo regionale del Kurdistan iracheno negli Stati Uniti. Dopo aver conseguito un dottorato in statistica all?università di Liverpool, rientra nel suo Paese nel gennaio del 2001, per assumere il governo della regione kurda di Sulaimania. Si batte per fare del Kurdistan iracheno una società pluralistica, per emancipare le donne e implementare riforme sociali e nel campo dell?educazione. Il gruppo di Ansar al-Islam, affiliato ad Al-Qaeda, ha attentato alla sua vita nell?aprile del 2002. Nell?attentato cinque, tra i componenti della sua scorta e suoi assistenti, persero la vita. Ha collaborato con gli Usa, sia prima dell?attacco al regime di Saddam da parte di Washington che dopo, per condurre azioni militari congiunte kurdo-statunitensi contro i terroristi di Ansar al-Islam. È sposato con un?attivista curda molto impegnata per i diritti della donna, la biologa Sarbagh Salih.


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