Volontariato

Droga: quale futuro per le comunità?

Se ne è discusso oggi a Padova durante un convegno organizzato dal Co.vest (coordinamento veneto delle strutture terapeutiche)

di Redazione

Una nuova professionalita’ e nuove strategie delle comunita’ terapeutiche gestite da privati nel territorio regionale del Veneto per affrontare al meglio il compito di sostenere la riabilitazione e il recupero e reinserimento familiare, sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti. Di questo si e’ parlato oggi a Padova dove il Co.vest (coordinamento veneto delle strutture terapeutiche) di recente rinnovato nei suoi vertici ha presentato l’avvio di un’indagine, dal titolo ‘Management non profit. Prospettive ed evoluzioni del privato sociale accreditato nel sistema delle dipendenze del Veneto’, che, alla sua conclusione, fornira’ una fotografia di questo settore che permettera’ di rilevare la reale condizione dei servizi erogati dal privato sociale nel Veneto e migliorare il loro livello di qualita’. E’ intervenuto all’incontro l’Assessore regionale alle politiche sociali Antonio De Poli. L’assessore ha sottolineato che ”il bersaglio da raggiungere e’ quello della pari dignita’ tra privato-sociale (comunita’ terapeutiche) e pubblico (ser.t) per realizzare la miglior sinergia e il piu’ efficace coordinamento possibili in vista di due obiettivi: primo, prevenire l’uso e l’abuso delle droghe e dell’alcol e, secondo, fornire il piu’ adeguato percorso di recupero quando ci si trovi di fronte a ragazzi che sono caduti nella spirale delle dipendenze”. A giudizio dell’Assessore regionale, ”il governo veneto, tramite l’istituzione del sistema regionale per le dipendenze (presente in ogni azienda ulss), ha fornito un’efficace griglia operativa nella quale inserire e far funzionare in modo integrato i servizi pubblici con quelli del privato sociale”. Nel Veneto sono attive 35 comunita’ terapeutiche (iscritte all’albo regionale degli enti ausiliari) afferenti al settore privato sociale di cui 27 comunita’ sono riunite nel Co.vest. Quest’ultime, nel 2003, hanno accolto 2213 ragazzi (2053 in regime residenziale e 160 in semiresidenziale). Queste 27 comunita’ coinvolgono nella loro attivita’, in modo indotto, 30 cooperative di lavoro, 50 associazioni di volontariato, 1500 volontari attivi, 1200 famiglie.


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