G7 Inclusione

Protagonisti del cambiamento, risorse per la società

Enrico Delle Serre, portavoce degli autorappresentanti Anffas, è intervenuto al G7 Disabilità e Inclusione in corso ad Assisi. «Chiediamo di avere in tutti i contesti le stesse opportunità degli altri, di esprimere il nostro potenziale e di partecipare attivamente allo sviluppo delle comunità, prendendo per mano la nostra vita»

di Enrico Delle Serre

Buon pomeriggio a tutti! Mi chiamo Enrico Delle Serre, ho 27 anni e sono una persona con disturbo dello spettro autistico. 

Sono qui in qualità di portavoce nazionale della Piattaforma Italiana Autorappresentanti in Movimento “Io Cittadino”, il primo movimento di Autorappresentanza in Italia realizzato da Anffas per dare voce alle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo che mi vede impegnato ormai da anni insieme a tante altre persone con disabilità, in particolare alla mia collega Serena Amato, altra portavoce della piattaforma che saluto e ringrazio. 

Per me è un grande onore essere qui oggi, in un evento così importante e prestigioso come il G7, in una cornice come Assisi, luogo simbolico che evoca l’idea di pace, fraternità e uguaglianza, valori ancora più preziosi e carichi di significato per i tempi che stiamo vivendo. 

Permettetemi di ringraziare il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli per avermi fortemente voluto e un ringraziamento ad Anffas per avermi dato l’opportunità di essere qui. 

Il tema della disabilità riguarda direttamente o indirettamente tutti, eppure siamo ancora lontani dall’assicurare a tutti un accesso equo e paritario alla vita civile, sociale e politica dei nostri paesi.

La disabilità oggi ancora troppo spesso porta con sé un fardello di pregiudizi, discriminazioni e limitazioni, ma noi siamo qui per rompere quelle catene e celebrare la bellezza e la forza di coloro che vivono con una disabilità. Io come tante altre persone con disabilità ci sentiamo spesso invisibili, come se il mondo intorno a noi ci ignorasse, ma nonostante ciò siamo qui a lottare ogni giorno per il riconoscimento dei nostri diritti, perché la disabilità non deve più essere vista come un limite, ma come una diversità che arricchisce le nostre comunità.

Io e tante altre persone con disabilità ci sentiamo spesso invisibili, come se il mondo ci ignorasse. Ma nonostante ciò siamo qui a lottare ogni giorno per il riconoscimento dei nostri diritti. La disabilità non deve più essere vista come un limite, ma come una diversità che arricchisce le nostre comunità

Enrico Delle Serre

Chiediamo di avere in tutti i contesti le stesse opportunità degli altri, di esprimere il nostro potenziale e di partecipare attivamente allo sviluppo delle comunità, prendendo per mano la nostra vita. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ci ricorda che noi siamo prima di tutto persone e che ogni singola voce ha un valore inestimabile che merita di essere ascoltata. 

Siamo amici, fratelli, figli, membri delle nostre comunità e la vera inclusione sta proprio nel garantire a tutti di essere protagonisti attivi del cambiamento e della propria vita perché tutti noi con i giusti sostegni possiamo essere delle risorse preziose per l’intera società. 

La vera inclusione sta nel garantire a tutti di essere protagonisti attivi del cambiamento e della propria vita, perché tutti noi con i giusti sostegni possiamo essere risorse preziose per l’intera società

La Convenzione Onu non deve quindi restare solo un documento formale ma deve tradursi in politiche e azioni concrete in tutti i Paesi. Immaginiamo quindi un mondo in cui la partecipazione attiva delle persone con disabilità è realtà quotidiana e non eccezione, un mondo più giusto in cui la piena inclusione non è un sogno ma la realtà, un mondo in cui l’accesso, su base di parità con gli altri, ai servizi, all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione, alla comunicazione e alle nuove tecnologie non viene vista come un costo ma come un imperativo dei diritti umani e un investimento in uguaglianza e giustizia sociale. Un mondo in cui la diversità è fonte di ricchezza e crescita reciproca. Un mondo in cui il concetto di qualità di vita si traduca realmente in una vita di qualità per tutti. 

Oggi tutti i paesi si trovano di fronte ad una grande responsabilità: essere sempre di più leader anche nel progresso sociale perché solo con l’impegno di tutti si può cambiare radicalmente la vita di milioni di cittadini e cittadine con disabilità. 

Oltre ad una grande responsabilità è anche una grande opportunità, cioè di guidare il mondo verso un futuro radioso e un domani migliore. È necessario lavorare insieme affinché nessuno resti indietro! Perché solo una società che accoglie tutti è una società davvero giusta ed equa. Solo insieme possiamo fare la differenza, solo insieme possiamo cambiare il mondo!

Chi è Enrico e chi sono gli autorappresentanti 

Enrico Delle Serre ha pronunciato questo discorso nel corso della cerimonia di apertura del G7 Inclusione e Disabilità in corso in Umbria (qui il video). Queste la parole che ha voluto affidare ai ministri del G7, che per la prima volta nella storia si sono riuniti per confrontarsi sui temi dell’inclusione e sugli impegni che è necessario prendere per dare attuazione alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, proprio a cominciare dal diritto alla partecipazione in prima persona.

Enrico Delle Serre e Serena Amato sono stati eletti lo scorso 30 maggio come portavoce della Piam-Piattaforma Italiana Autorappresentanti in Movimento. Serena ed Enrico sono stati eletti dagli altri autorappresentati, conquistando per ben due volte lo stesso numero di voti: così per la prima volta i portavoce sono due. Serena ha 35 anni, vive a Ragusa, lavora come aiuto-ceramista in Anffas: «Il prossimo obiettivo è andare a vivere con un gruppo di amici», dice. Enrico invece ha 27 anni, è di Salerno, frequenta un corso di fumetto e scrittura e sogna di lavorare come fumettista. «Fare il portavoce è un’emozione e una responsabilità, perché Anffas conta su di noi», dice Enrico. «È brutto quando le persone ti guardano in modo diverso. Di solito ci si rifugia tra le persone con i tuoi stessi interessi, che ti capiscono: ma non è giusto, tutti gli ambienti dovrebbero capirci ed accoglierci. La società deve mettersi in testa che anche noi possiamo fare tante cose. Per esempio quando incontro i bambini a scuola, all’inizio sono diffidenti: è normale, perché non ci si conosce. Ma poi, quando ci si parla, si scopre che interagire è una cosa naturale», aggiunge Serena. Enrico mette l’accento sulla necessità che sempre più informazioni siano scritte in linguaggio Easy to read, Serena sul lavoro, sulla possibilità di spostarsi agevolmente e sull’importanza di fare esperienze fuori dall’ala protettiva della famiglia.

Anffas ha avviato l’esperienza degli autorappresentanti fra il 2015 e il 2016, con 11 gruppi: oggi i gruppi sono 28, più due in via di costituzione. Si riuniscono settimanalmente e con l’aiuto di facilitatori formati discutono di temi da loro stessi proposti, dalla vita indipendente al lavoro, dal bullismo alla discriminazione: «Anffas a lungo è stata un’associazione di familiari, oggi sono le persone con disabilità a parlare in prima persona. Abbiamo sperimentato che non c’è limite legato al funzionamento o al livello di abilità, ogni persona con i giusti sostegni può autodeterminarsi e autorappresentarsi: spesso anzi siamo noi genitori a costituire un ostacolo. Quella degli autorappresentanti oggi è ancora un’élite, l’obiettivo è che diventi la normalità», afferma Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas.

Abbiamo sperimentato che non c’è limite legato al funzionamento o al livello di abilità, ogni persona con i giusti sostegni può autodeterminarsi e autorappresentarsi: spesso anzi siamo noi genitori a costituire un ostacolo

Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas

Roberto Speziale nella giornata del 15 ottobre sarà tra i rappresentanti delle associazioni che prenderanno parte ai lavori preparatori previsti in vista della stesura della Carta di Solfagnano, a cui i ministri si dedicheranno nella giornata del 16. I sei tavoli di lavoro serviranno ad analizzare la situazione attuale e a individuare delle priorità. «È un’occasione straordinaria per condividere e discutere di buone prassi e politiche inclusive in tutti i settori: scuola, lavoro, accessibilità, assistenza, servizi, nulla deve essere tralasciato. Quello che auspichiamo è che questo evento riesca davvero ad essere un punto di partenza per passare ai fatti e rendere realmente esigibili i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie: noi saremo presenti per dare un contributo concreto a nome di tutte le persone con disabilità e delle loro famiglie, ribadire il concetto della centralità della persona e tracciare insieme a tutti i soggetti deputati un percorso volto al raggiungimento della migliore qualità di vita per le persone con disabilità e le loro famiglie in tutti gli ambiti della società». [SDC]

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