Premio Nobel

Istituzioni estrattive, il Nobel a chi ne ha dimostrato i danni

Il Premio Nobel per l’Economia 2024, assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson, riconosce il loro contributo nello studio di come le istituzioni estrattive sono progettate per favorire solo un'élite, mentre le istituzioni inclusive promuovono uno sviluppo sostenibile e prospero per tutti

di Natalia Montinari e Paolo Venturi

“Questo libro mostrerà come le istituzioni economiche siano cruciali per determinare la povertà o la prosperità di un paese e come, al contempo, la qualità delle istituzioni economiche, dipenda dalla politica e dalle istituzioni politiche. La nostra teoria della disuguaglianza globale mostra come le istituzioni politiche, quelle economiche interagiscano generando povertà e prosperità e come diverse parti del mondo abbiano sviluppato sistemi istituzionali così differenti”. (Perché le Nazioni Falliscono 2012 – Acemoglu-Robinson). 

Il Premio Nobel per l’Economia 2024, assegnato poco fa a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson, riconosce il loro importante contributo nello studio di “come” le istituzioni influenzano la prosperità delle nazioni. La loro ricerca ha aiutato a comprendere perché alcuni Paesi crescono economicamente mentre altri rimangono stagnanti, evidenziando il ruolo fondamentale delle istituzioni inclusive rispetto a quelle estrattive. Questo lavoro si collega direttamente al contributo del Nobel Douglas North, che aveva già definito le istituzioni come le “regole del gioco” che modellano il comportamento sociale.

Tuttavia, Acemoglu, Johnson e Robinson approfondiscono questo concetto, mostrando come la formazione storica delle istituzioni, in particolare durante il periodo coloniale, abbia portato a differenze marcate nella prosperità dei Paesi. La loro ricerca dimostra che le istituzioni estrattive, progettate per favorire solo una piccola élite, ostacolano la crescita economica a lungo termine sfruttando la popolazione. Al contrario, le istituzioni inclusive, che permettono una più ampia partecipazione politica ed economica, promuovono uno sviluppo sostenibile e prospero per tutti. Questo spiega perché alcune nazioni (ex colonie),  ricche in passato, sono oggi cosi povere, e viceversa. 

Questa enfasi sul ruolo delle istituzioni nel determinare la prosperità a lungo termine risuona profondamente con i temi discussi alle Giornate di Bertinoro (GdB) del 2024, che si concentrano sulla necessità di “cambiare le regole del gioco”, ovvero riformare le istituzioni per promuovere un’economia più inclusiva e cooperativa. Come sottolineato nel concept delle GdB, le istituzioni non sono spazi neutri, ma luoghi morali che, a seconda della loro struttura, possono supportare o ostacolare lo sviluppo sostenibile. In linea con la ricerca dei Premi Nobel, anche le GdB insistono sul fatto che il cambiamento istituzionale verso una maggiore inclusività sia essenziale per affrontare le disuguaglianze e promuovere una trasformazione sociale duratura. È necessario perciò uscire dalla dicotomia fra “Leviatano dispotico” e “Leviatano assente” descritta proprio da Acemoglu e Robinson nel loro ultimo libro “La Strettoia. Come le nazioni posso essere libere” e convincersi che senza l’apporto del “Terzo Pilastro” (leggasi società civile), è oggettivamente impossibile generare democrazia e prosperità.

Natalia Montinari, Università di Bologna  
Paolo Venturi, Direttore AICCON Research Center

Foto © Nobel Prize Outreach

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