Cittadinanza
Per salvare la democrazia occorre una firma. Meglio due
Partita una nuova fase della campagna delle Acli con le due proposte di legge di iniziativa popolare per rivitalizzare la partecipazione politica e riformare i partiti. Comincia la raccolta di firme online. L'ha presentata a Milano, il presidente Manfredonia con l'associazione partner, Argomenti 2000, insieme ad Agesci, Masci, Azione cattolica, Focolarini e Base. Due card da condividere per sottoscrivere sul sito del ministero della Giustizia
La Acli non mollano il colpo: l’idea di rivitalizzare la politica e di aprire forme nuove alla partecipazione dei cittadini, di farlo dal basso, dal mondo associazionistico, con un due proposte di iniziativa popolare, è più viva che mai. Lanciata subito dopo le europee, come contraccolpo allo spaventoso tasso di astensionismo, aveva trovato un suo primo momento pubblico nelle Settimane sociale dei cattolici a Trieste. Ed è ripartita di gran lena.
Il presidente aclista, Emiliano Manfredonia, con l’associazione partner Argomenti 2000, guidata da Ernesto Preziosi, hanno voluto rilanciare ieri la mobilitazione associativa nella città simbolo dell’associazionismo nazionale, cioè Milano,
Al Pirellone, i proponenti le due leggi hanno messo a un tavolo varie realtà dell’associazionismo cattolico: l’Agesci coi suoi scout; il suo ambito adulto, Masci; l’espressione di impegno politico dei Focolarini, ossia il Movimento politico per l’unità; la madre di tutte le associazioni laicali, vale a dire l’Azione cattolica, e l’associazione Base, la più recente fra le espressioni, costruita dall’ex-segretario dei metalmeccanici cislini, Marco Bentivogli, tanto da essere un ente di Terzo settore iscritto al Registro unico – Runts.
A Milano, a Milano!
La scelta di Milano è fortemente simbolica: non un’iniziativa romanocentrica ma fortemente nazionale, tra l’altro in uno di quei palazzi del potere politico del Nord, il Pirellone appunto, che ha contribuito ad architettare, negli ultimi 30 anni, quella che oggi vede la luce come autonomia differenziata. Un progetto, prima che una legge, contro il quale molte realtà associative hanno raccolto, pochi giorni fa e in tempi record, 1,3 milioni di firme. Una mobilitazione in cui i circoli Acli, ricordava Manfredonia in apertura, «hanno fatto la loro parte».
In sala, molto Pd, a cominciare dal capogruppo Carlo Borghetti, che è ha ricordato nel saluto come «corpi intermedi siano fondamentali per la partecipazione e del dibattito politico: esistono ancora e ci possono aiutare in maniera significativa portando nel dibattito pubblico temi così importanti». Ma ci sono anche Pietro Bussolati, già segretario cittadino, Gigi Ponti, che guidò la Provincia di Monza e Brianza. Non manca Fabio Pizzul, che da questi banchi fece molte battaglie, e che è idealmente cerniera fra l’Ac, di cui fu responsabile diocesano, e il Pd in cui milita. E gioca in casa qui Patrizia Toia, mentre è un po’ un volto nuovo Marzia Pontone, che a Palazzo Marino, è stata eletta con la Lista di Beppe Sala (che però non s’è visto).
Un raduno agile ma pieno di contenuti
Con questo un convegno-light – due ore nel tardo pomeriggio milanese – dal titolo La tua politica. Dialogo con le associazione sulle proposte di iniziativa popolare, le Acli hanno di fatto dato il là alla nuova di raccolta firme digitali (dopo una prima round “fisico”) e alla campagna social per sostenerla.
Una mobilitazione di cui Manfredonia alla fine ha indicato, sornione, l’obiettivo: fare meglio del milione e tre anti-Calderoli. Impresa difficile ma che la possibilità di sottoscrizione elettronica – direttamente online sulla piattaforma governativa qui e qui. – potrebbe rendere meno boutade di quello che potrebbe sembrare.
Cambiare i partiti, favorire la partecipazione
Le proposte dunque. Una riguarda i partiti politici – per regolarne la struttura, la partecipazione democratica, la trasparenza, le fonti di finanziamento – l’altra l’istituzione di assemblee dei cittadini – almeno 300 – in grado di arrivare a produrre, in maniera regolata, attraverso un processo trasparenti, di informazione e di dibattito, proposte di legge che il Parlamento avrebbe l’obbligo di calendarizzare, vincolo che, a legislazione vigente, non c’è.
La molla che ha fatto scattare la decisione è stata, appunto, la diserzione delle urne su scala mai vista: «Trovo gente, che ha avuto responsabilità anche politiche e che mi dice: “Ernesto, sono 10 anni che non voto”», ha ammesso Preziosi. E non a caso la proposta e la campagna che nei prossimi giorni prenderà il via dice chiaramene che c’è una democrazia da salvare: la nostra.
Sulla scia dell’autonomia differenziata
«Sono contento che oggi siano intervenuti qui tanti amici con cui condividiamo un pezzo di strada, sempre alla ricerca del bene comune», ha detto il presidente Acli, «la raccolta firme per le nostre due proposte di legge sulla trasparenza dei partiti e sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica sta procedendo in maniera spedita, ma ora serve davvero l’aiuto di tutti per ripetere il successo della raccolta firme sull’autonomia differenziata a cui abbiamo contribuito». Il presidente aclista ha ricordato come “durante le Settimane Sociali di Trieste abbiamo ricevuto un mandato chiaro: dobbiamo entrare nel dibattito politico senza remore, sapendo che ci sono questioni importanti che ci chiamano ad impegnarci in prima persona. La tenuta democratica dl paese è uno di questi temi fondamentali, e dobbiamo lottare per ridare dignità e speranza ai partiti politici, rendendoli di nuovo credibili davanti all’elettorato e magari anche affiancandogli delle assemblee partecipative. Oggi partiamo anche con la raccolta firme online perché finora abbiamo privilegiato la raccolta fisica, incrociando questo impegno con la partenza del percorso congressuale che sta coinvolgendo tutte le province italiane».
Gli aclisti votano: lo dice una ricerca Iref
Manfredonia ha ricordato poi che «le Acli stanno vivendo un momento intenso, tra un mese e mezzo andremo a Congresso, e in vista della nostra assise abbiamo commissionato una ricerca interna all’Iref sulla partecipazione politica dei nostri iscritti e ne risulta che più del 90% è andato a votare alle ultime tre tornate elettorali ma a fronte di questa alta partecipazione c’è anche la voglia di scegliere davvero i propri dirigenti cercando persone competenti ed esperte».
Per Ernesto Preziosi, presidente di Argomenti2000, «di fronte ad una situazione che erode la partecipazione e mette in crisi i fondamenti stessi della democrazia, occorre operare per riconnettere i cittadini con la città, con la politica. Serve un pensiero forte, una visione, un progetto di Paese che vada ben oltre le schermaglie degli schieramenti politici e, insieme, occorre dare speranza. I due progetti di legge, possono essere una piccola cosa, ma dicono di un investimento positivo nella politica, dicono al cittadino: impegniamoci per cambiare».
Movimento politico per l’unità: «Non rimpiangiamo
i partiti novecenteschi»
Non ha esitato a parlare di esperienza di «sinodalità» Argia Albanese, presidente di Movimento politico: «L’impegno per sostenere le due proposte di legge è un segno di consapevolezza e di responsabilità che è maturato in noi anche per l’esperienza di confronto e di comunione vissuta insieme nellax Settimana sociale a Trieste», ha detto. Una consapevolezza della difficoltà «che attraversa la nostra democrazia, responsabilità di contribuire come singoli e come comunità di credenti a rinnovare le forme e la qualità della partecipazione e a ristabilire un circuito virtuoso tra istituzioni e cittadini. Non siamo tra quelli che rimpiangono i partiti politici così come li abbiamo conosciuti nel ‘900 né pensiamo che la partecipazione politica possa essere cristallizzata in regole e adempimenti burocratici. Avvertiamo però la necessità di far rifiorire nel Paese, nei territori, nelle città luoghi di pensiero, di dialogo, di elaborazione di cultura politica, di formazione dei giovani alla cittadinanza responsabile. Luoghi dove nasce una politica autorevole, perché legittimata dalla linfa vitale del rapporto con I cittadini, con la realtà della convivenza quotidiana. Luoghi di relazione, di confronto, di dialogo. Questa è per noi la radice della democrazia, la promessa per ogni uomo e ogni donna di essere protagonisti del proprio destino».
Azione cattolica: «I cittadini si riapproprino
dei processi decisionali»
Di «una importante occasione per ridare credito a una politica che oggi pensa più a conservare potere e privilegi che a servire i cittadini», ha parlato Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana secondo il quale «è tempo dunque che questi ultimi si riapproprino dei processi decisionali accrescendo la loro partecipazione alla vita politica del Paese. Le due proposte rispondono dunque a due esigenze reali: migliorare la trasparenza interna ai partiti, a partire dal tema finanziamenti; agevolare la partecipazione dei cittadini all’agire politico, sancita dalla costituzione, combattendo ad un tempo l’astensionismo, un virus che infetta è indebolisce la nostra democrazia aumentando la distanza tra istituzioni e cittadini, tema che dovrebbe essere al centro delle riforme istituzionali».
In campo anche l’Agesci, come dicevamo. «Da tempo lavoriamo sul valore educativo della contribuzione e della partecipazione», ha detto Francesco Scoppola, presidente del Comitato nazionale Agesci, «non esiste vera partecipazione senza una scelta politica forte basata sulla responsabilità, sulla visione del bene comune e sull’impegno nei propri territori. In questa direzione le due proposte legislative popolari rimettono al centro le parole democrazia, coinvolgimento, partecipazione facendo in modo che esse siano fondamento del nostro tessuto socio-politico».
Per fuggire la politica dei tweet
«Il Masci si impegna per questa iniziativa perché crede nella democrazia partecipativa basata sulla responsabilità personale ma capace di coinvolgere le persone a diversi livelli», ha dichiarato Massimiliano Costa, presidente nazionale del Masci, cheha richiamato anche un certo «indifferentismo» che avrebbe caratterizzato l’atteggiamento dell’associazionismo cattolico rispetto alla politica. «Crediamo ancora», ha detto, «nel ruolo fondamentale dei partiti, non ideologici ma indispensabili per aiutare le persone a confrontarsi e progettare insieme. La politica del tweet non è democrazia»:
Non c’è democrazia senza partiti. E sindacati
«Sostengo le proposte di legge di iniziativa popolare di Acli e Argomenti2000: i gruppi dirigenti della politica hanno rimosso il tema della partecipazione e 18 milioni di italiani non votano più e crollano le iscrizioni ai partiti e alle associazioni», ha aggiunto Marco Bentivogli, coordinatore di Base Italia, secondo il quale «ci sono tanti motivi alla base del crollo della partecipazione. Tra essi spicca la necessità di ripartire dalla Costituzione per guarire la rappresentanza politica e sociale. Applicare l’art.39 e 49 e il primo passo per riformare e rinnovare la politica e la rappresentanza sociale. Non esiste democrazia senza partiti e sindacati. Ma non esiste neanche senza un processo di trasparenza e democrazia che ne rilanci il ruolo».
Fino a pochi anni fa, gli osservatori politici si sarebbero subito interrogati che cosa ci fosse dietro questa iniziativa: quale porpora d’Oltretevere, quale gruppo intellettuale, quale correntone partitico. Se cioè si gettassero le basi di una Cosa bianca o se di “ricomposizione cattolica” si dovesse parlare.
In realtà, le asfittiche cronache politiche stanno per adesso sostanzialmente ignorando questa mobilitazione, giudicandola forse un collaterale di quella sulla autonomia differenziata, o di quella che altre realtà stanno proponendo sulla cittadinanza.
Prossimi passi, i circoli e il congresso
A giudicare dalla determinazione del gruppo dirigente aclista, si sbagliano. Se ne continuerà a parlare: sicuramente accadrà anche il 22 ottobre, a Roma, con un tavolo culturalmente ecumenico perché con il vicepresidente delle Cei, Francesco Savino, c’è Maurizio Landini e c’è anche Walter Massa, presidente Arci. E certamente, delle due proposte si parlerà al XXVII congresso, che le Acli celebreranno il 29 e 30 novembre e 1 dicembre a Roma all’insegna de Il coraggio della pace.
Se ne parlerà magari per festeggiare il superamento delle 50mila firma necessarie per ognuna.
Diamogli, anzi diamoci una mano. Comunque la si pensi: migliorare il funzionamento delle nostra democrazia sarà comunque un vantaggio per tutti (la card sottostante può essere scaricata e facilmente condivisa a livello digitale: basterò inquadrare con uno smartphone i singoli codici per essere “condotti” fino al sito del ministero della Giustizia, dove si potrà sottoscrivere le praposta).
Nella foto di apertura, di Michele Nucci per LaPresse.
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