Welfare

Immigrati: dal Veneto esperienza pilota per la formazione

il progetto prevede corsi di formazione nei paesi d'origine e sportelli informativi in Veneto

di Carmen Morrone

”All’interno delle nostre case c’e’ una presenza di quasi il 68% di aiutanti familiari, meglio conosciute come badanti, che sono irregolari, per cui stiamo ritornado a quel fenomeno di ingiustizia nei rapporti tra famiglia ed aiutante legati all’espetto economico, alla facile ricattabilita’, alla mancanza di una regolamentazione del lavoro”. Lo ha detto mons. Dino Pistolato, direttore della Caritas di Venezia, alla presentazione del progetto sottoscritto con ”Italia Lavoro” dal patriarcato che prevede l’attivazione di sportelli cui le badanti possono accedere per la formazione in loco e l’apertura di centri di formazione nei paesi d’ordine. Come ha informato Natale Forlani di Italia Lavoro, gli sportelli saranno 11, a partire dal Veneto. L’investimento sara’ di un milione e 800 mila euro. Altri 6 milioni fdi investimento sono previsti per i centri servizi che saranno attivati in 9 paesi dell’area balcanica, del Maghreb e dell’America latina. La Regione Veneto, dal canto suo, ha impegnato 2 milioni per gli sportelli di orientamento e un milione di euro ai fini dell’accoglienza. La stessa Regione, inoltre, distribuisce contributi di 5 milioni di euro alle famiglie per integrare la spesa di assistenza attraverso le badanti. Alla presentazione del progetto, che sara’ portato avanti attraverso il privato sociale, in collaborazione con i volontariu, sono intervenuti fra gli altri il sottosegretario al welfare Maurizio Sacconi, mons. Antonio Meneguolo, vicario episcopale del patriarcato per gli affari economici, gli assessori regionali Antonio De Poli e Raffaele Zanon, Natale Forlani, amministratore delegato di Italia Lavoro. Per realizzare gli obiettivi del progetto verra’ resa operativa un’agenzia costituita dal Patriarca e da Italia lavoro, che svolgera’ tra l’altro attivita’ di intermediazione, ricerca e selezione del personale, nonche’ supporto alla ricollocazione professionale cosi’ come previsto dal decreto legislativo 276 del 2003. La funzione di questa nuova iniziativa, come ha spiegato il sottosegretario Sacconi, e’ anche quella di prevenire il ritorno alla illegatita’, fenomeno denunciato appunto dalla Caritas. ”Accanto a questo fenomeno, infatti – sottolinea mons. Pistolato, vi e’ anche quello delle famiglie ricattate dalle badanti regolari, attraverso uin particolare un sottobosco di vendita di posti di lavoro e di tangenti. Ci sono assistenti familiari, infatti, che si passano assistenti, il che non aiuta la correttezza dei rapporti e la trasparenza delle attivita’ assistenziali”

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