Volontariato

Roma anti-Bush. I pacifisti sfilano tranquilli. Isolati i facinorosi

200 mila per gli organizzatori, 7000 per la Questura le cifre del corteo anti-Bush che ha attraversato la città. Una breve cronaca

di Ettore Colombo

Roma – nostro servizio

150 mila (sicuramente troppi) per gli organizzatori, 7.000 (decisamente troppo pochi) per la questura. Molto probabilmente eranoo meno 100.000 i manifestanti che hanno sfilato questo pomeriggio per le vie di Roma, partendo alle 16 da piazza Esedra e che hanno concluso a Porta San Paolo, uno dei luoghi storici della resistenza contro le truppe occupanti naziste, il corteo per la pace e contro la visita del presidente Usa George Bush organizzato dal comitato “Fermiamo la guerra”.
Una lunga giornata quella vissuta oggi dalla Capitale che ha visto impegnati almeno 8.000 tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza, ma trascorsa, nel complesso, in modo pacifico. Si sono verificati, nel corso della giornata, infatti, solo sporadici tafferugli. Nella mattinata gruppi di disobbedienti hanno, infatti, come promesso, inscenato dei simbolici blocchi della circolazione nel quartiere Ostiense e su una delle tangenziali della capitale. Blocchi effettuati con dei cassonetti che sono stati rivoltati e gettati in strada o con catene umane. Nel pomeriggio, invece, come previsto, la manifestazione anti-Bush ha preso il via intorno alle 15.30 da piazza Indipendenza ed ha percorso via Cavour, i Fori Imperiali, Piazza Venezia, Via dei Cerchi per raggiungere, poi, Porta San Paolo attraverso il Circo Massimo. Una manifestazione ricca di slogan e bandiere, che e’ stata attraversata, pero, da qualche momento di tensione. I primi sono avvenuti tra gli stessi manifestanti quando, un gruppo di autonomi ed appartenenti all’area anarchica hanno fatto il loro ingresso, circa a metà di via Cavour, nel corteo scontrandosi subito con i Disobbedienti che hanno tentato di respingerli, allontanandoli e costringedoli a prendere delle vie laterali per il centro.
Sono stati gli stessi autonomi, poi, a provocare prima in Piazza Venezia e poi al Circo Massimo le forze dell’ordine massicciamente schierate a presidiare l’Altare della Patria, e poi l’edifizio del consolato Usa che contiene anche l’ambasciata Usa presso la Santa Sede. Anche qui oltre gli scontri con le forze dell’ordine le frange autonome si sono dovute confrontare con i Disobbedienti e gruppi di manifestanti che, contestandoli anche violentemente, hanno tentato di non farli entrare a contatto con i cordoni di polizia predisposti a presidio del consolato statunitense. Altri scontri, questa volta verificatisi tra autonomi (sembra provenenienti dall’area autonoma e dei centri sociali toscani) e forze dell’ordine schierate intorno alla Fao si sono registrati al circo Massimo dove Polizia e Guardia di Finanza hanno caricato i pochi facironosi.
Una giornata, dunque, che nel complesso è trascorsa in modo pacifico malgrado i timori della vigilia e le stesse dichiarazioni degli esponenti del governo che temevano, invece, scontri di piazza. E naturalmente proprio il premier italiano e il presidente Bush sono stati i maggiori bersagli dei cori e degli striscioni usati nel corso della manifestazione. Tra questi campeggiava, tra i manifestanti un enorme ”Il mondo non si Usa” sorretto da alcuni ragazzi dei centri sociali, ”Contro la guerra e il capitalismo resistenza”, seguito dal grande quadro di Picasso raffigurante la strage di Guernica. Non e’ mancato neppure lo slogan, riproposto piu’ volte del romano ”Hic sunt leones”, quasi uno logo proposto dal movimento dei Disobbedienti per questa manifestazione.
Si sentivano anche altri slogan, nel corso del corteo, decisamente più duri contro Bush e gli Stati Uniti, da “Il vero terrorismo è quello della Nato” a “Accetta Bush”, e certo non faceva piacere vedere ragazzotti con caschi e volti coperti, in semi-assetto di guerra, ma la maggior parte del corteo si è dimostrata pacifica e serena, anche se a forte predominanza di sinistra (Prc, Cobas, Rdb e centri sociali ne erano il cuore, quasi del tutto assenti i Ds ma anche la Cgil, pcohi Verdi e un po’ più di Comunisti italiani, infine un po’ di bandiere della lista Di Pietro-Occhetto, molti militanti senza partito della sinistra, dagli striscioni del manifesto a quelli di Aprile, dalle Donne in nero al comitato Roma contro la guerra), atmosfera testimoniata anche dal prefetto di Roma Achille Serra, che ha parlato di “pochi e isolati facinorosi”. Non a caso la Questura comunica in serata che non si registrano fermi e feriti.

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