Welfare

Marco Revelli lancia un appello per Mirafiori

Oltre duecento firme raccolte per salvare la storica fabbrica torinese, dove oggi lavorano 16mila operai. Tra le adesioni anche don Ciotti e Luciano Gallino.

di Redazione

Un ”appello per Mirafiori” e’ stato lanciato da oltre duecento tra intellettuali, docenti universitari e esponenti politici torinesi. Tra i firmatari anche Sofia Grande Stevens, figlia del legale di fiducia della famiglia Agnelli, e il regista Mimmo Calopresti. Spiccano anche i nomi di don Ciotti, dei figli di Norberto Bobbio, Luigi e Andrea, di Gianni Vattimo, Nicola Tranfaglia, Chiara Saraceno, Furio Colombo, Bianca Guidetti Serra, Gian Giacomo Migone e Luciano Gallino. A promuovere l’ iniziativa, sulla quale prosegue la raccolta di firme, e’ stato un comitato composto da Marco Revelli, Riccardo Bellofiore e Vittorio Rieser. ”La difesa dello stabilimento Fiat Mirafiori – si legge nell’ appello – non e’ un fatto ‘simbolico’. Mirafiori deve restare aperta per cruciali ragioni economiche che riguardano la nostra area e il Paese”. Nel testo si sostiene che occorrono ”nuove scelte strategiche che ne prefigurino un vero futuro produttivo. E questo si associa, soprattutto dopo l’ ultima tragedia che ha colpito l’ attuale proprieta’ della Fiat con rischi di frantumazione della proprieta’ stessa, all’ esigenza che la Fiat resti saldamente in mani industriali italiane”. ”Difendere il futuro produttivo di Mirafiori – prosegue il documento – non significa solo la difesa, che pure e’ essenziale, dei posti di lavoro di 16 mila lavoratori e del reddito delle loro famiglie, ma e’ un elemento chiave, un aspetto emblematico, della difesa e ricostruzione delle prospettive industriali della citta’ e con cio’ delle sue prospettive di sviluppo futuro. Vuol dire anche difendere il settore auto in Italia”. Nell’ appello si riconosce anche che ”il movimento sindacale sta facendo di questo il suo impegno centrale”, ma che e’ necessario ”non lasciarlo solo nella battaglia”. Soddisfazione e’ stata espressa dalla segretaria generale della Cgil di Torino, Vanna Lorenzoni: ”Che tante personalita’ di primo piano abbiano deciso di scendere in campo con il sindacato – ha affermato – e’ importantissimo e non scontato. Il numero cosi’ elevato di adesioni sta a significare che anche in quegli ambienti si sentiva il bisogno di un’ iniziativa politica sul futuro della citta’, di prendere la parola sulla Fiat”


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