Non profit

“+ Dai – Versi”, un passo decisivo

Quando due anni fa Vita si é buttata in quest'avventura, sembrava la solita grande e bella battaglia, piena di idealità ma impossibile da vincere.

di Giuseppe Frangi

Martedì 25 maggio potrebbe essere ricordato come un giorno storico per il non profit italiano. Infatti, dopo un lungo lavorìo la presidenza del Consiglio ha presentato alla commissione Finanze della Camera le sue ipotesi per fornire una copertura alla proposta di legge 3459, che i lettori di Vita conoscono bene come “+Dai -Versi”. Un cammino iniziato il 5 dicembre 2002 e che ha raccolto l?adesione di centinaia di associazioni e quasi 60mila firme di liberi cittadini, potrebbe essere a una svolta decisiva, con l?approvazione da parte della Camera. Certamente, quando due anni fa Vita con il Forum e il Summit della Solidarietà si è buttata in quest?avventura poteva sembrare la solita grande e bella battaglia, piena di idealità ma anche impossibile da vincere. Non era così, evidentemente. E anche in momenti grami per i conti dello Stato, il ministero del Tesoro ha dovuto ammettere che questa proposta di legge vale assai di più di quel che in apparenza costa. L?idea di una deducibilità delle donazioni sino al 20% dell?imponibile probabilmente si vedrà imporre un tetto a 100mila euro, una limitazione che ?arginerebbe? l?aggravio ai conti dello Stato per il primo anno a 112milioni di euro. Aggravio che andrebbe poi a scalare con gli anni. Questa sembra una limitazione accettabile, anche perché, se il meccanismo dimostrasse la propria ?virtuosità?, sarebbe facile proporre nell?arco di poco tempo un innalzamento, o addirittura un?eliminazione, di quel limite. La seconda condizione invece è più discutibile, prevede una selezione dei soggetti destinatari delle liberalità, escludendo quelle organizzazioni i “cui servizi sono destinati essenzialmente ai soggetti soci” e non “in favore della generalità delle associazioni” (ad esempio i circoli). Questa selezione alleggerirebbe, secondo i conti della Tesoreria, di altri 40 milioni di euro, l?aggravio a carico dello Stato per il primo anno. Non è questa la sede per approfondire particolari che dovranno esser studiati ed esaminati con molta attenzione. Ma qui si può fare un ragionamento, come primo bilancio di questa avventura. Per un caso significativo, la Storia della Sussidiarietà che Vita sta pubblicando a puntate, questa settimana affronta proprio la questione delle risorse. Giorgio Vittadini e Luca Antonini, autori di questa Storia, dimostrano come l?aggravio per lo Stato sia solo una partita di giro, perché l?affidamento di una fetta di Welfare al privato sociale comporta miglioramento delle prestazioni, alleggerimento della spesa pubblica e addirittura recupero di risorse (come nel caso analizzato, conti alla mano, della Fondazione Banco Alimentare). Ma quale meccanismo può permettere a questi corpi intermedi di crescere, di strutturarsi, di rispondere professionalmente ai bisogni? La “+Dai -Versi” è il meccanismo che permette a tutto questo di decollare. In un certo senso è il meccanismo che permette al non profit di rompere definitivamente gli argini, di uscire dalla nicchia e di proporsi come soggetto capace di intercettare sempre di più e sempre meglio ogni tipo di bisogno. Insomma di essere protagonista di uno sviluppo diverso, più umano e anche più razionale della nostra società. Ma, facendo un passo indietro, c?è un?altra considerazione da fare. La proposta di legge sulla deducibilità sarà una vittoria, se vittoria davvero sarà, bipartisan. Sin dall?inizio infatti abbiamo voluto che a farsi carico della “+Dai -Versi” fossero due onorevoli in rappresentanza dei due poli (sono Giorgio Benvenuto dei Ds e Giorgio Jannone di Forza Italia, cui va il nostro grazie, per la convinzione con cui stanno conducendo questa battaglia). Perché questa scelta? Perché volevamo impedire che una questione così importante finisse logorata dal teatrino di una politica incapace di qualsiasi visione strategica. In fondo anche questa è una piccola lezione di metodo: in un?Italia paralizzata dalle contrapposizioni tanto furiose quanto improduttive, la “+Dai -Versi” dimostra che un modo diverso di procedere è molto più produttivo. E molto più rispettoso della realtà. Anche in questo si dimostra che i ponti sono molto più sensati dei muri. Che non esiste solo la logica degli ?aut aut?. Esiste quella degli ?et et?. A noi piace questa.

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