Fragilità

L’Abbraccio per i minori (ma anche per i loro genitori)

Nel centro educativo "L'Abbraccio" di Busto Arsizio la presa in carico è "familiare". «La povertà educativa va affrontata non solo agendo sul minore ma sul suo contesto», ricorda Paolo Vaccaro, vicepresidente della Cooperativa sociale Società Dolce che gestisce il centro educativo diurno nella città lombarda

di Silvia Vicchi

C’è una casa, nel centro di Busto Arsizio (Va), che ogni giorno apre le porte a bambini, bambine, ragazzi e ragazze, per un pranzo caldo e un pomeriggio di socialità e attività educative e ricreative. Gli ospiti arrivano alla spicciolata, dopo le ore trascorse a scuola, a volte insieme, alcuni da soli.

Come Manuel, 14 anni, che si muove per le stanze come se fosse a casa e racconta la sua mattinata di lezione all’educatrice, in un fiume di parole. Appoggia lo zaino coi libri, annuncia di essere molto affamato e, in attesa dei compagni, sceglie il menù del giorno: pasta al pomodoro, wurstel e uova strapazzate.
Apparecchiano e sparecchiano insieme, i più grandi aiutano i piccoli, come fratelli maggiori, come in una famiglia. Manuel, Ahmed, Marina, Livia e i loro compagni hanno tra i 6 e i 18 anni, sono minori con situazioni familiari difficili, o in condizione di disagio economico e sociale e arrivano dai servizi di tutela minorile, socio assistenziali o sanitari della città lombarda e di diversi comuni limitrofi.

Dopo la scuola, con il trasporto messo a disposizione dalla cooperativa sociale Società Dolce, gestore del servizio, arrivano al Centro educativo diurno “L’Abbraccio”, dove oltre alla compagnia trovano adulti di riferimento pronti a sostenerli nelle difficoltà, per un aiuto nei compiti, laboratori per scoprire passioni, attitudini e talenti e anche per tenerli lontani da ambienti non adeguati e rischiosi.

Sulle pareti dei corridoi sono appese fotografie di momenti comunitari, mostrate con piacere: un presepe fatto insieme, la gita al lago per un bagno estivo, feste, collage, incontri di pet therapy con pulcini e coniglietti, mentre un cartellone che riporta le parole “collaborare” e “fidarsi” racconta questo spazio, che ognuno vive come proprio e dove impara a condividere e a crescere.

In rete con le istituzioni

Il Centro educativo diurno “L’Abbraccio” lavora in rete con istituzioni, i servizi pubblici e privati del territorio. «Offriamo un ambiente positivo», spiega Paolo Vaccaro, vicepresidente di Società Dolce «dove il minore trova accoglienza, ma anche regole e occasioni di crescita e lavoriamo pure per prevenire l’emarginazione, favorire l’integrazione scolastica e sociale, combattere la dispersione scolastica e aiutiamo le famiglie di questi ragazzi nella cura e nell’educazione, suggerendo percorsi per il recupero e lo sviluppo delle competenze genitoriali. Li aiutiamo a crescere, a migliorare il rapporto a volte difficile con la famiglia, con la scuola, con gli altri».

Il raccordo, la condivisione e la partecipazione della famiglia sono molto importanti per un’efficace azione educativa e l’équipe vede al proprio interno professionalità diverse, per una progettazione individualizzata, in un ambiente protetto, funzionale e accogliente.
«È il nostro valore aggiunto. Un intervento che non si limita al minore, ma arriva alla famiglia, con spazi e servizi pensati e dedicati ad accrescere le competenze educative di genitori spesso in situazioni di difficoltà economica e sociale. Perché la povertà educativa va affrontata non solo agendo sul minore, ma sul suo contesto complessivo», conclude Vaccaro.

In apertura una parete della struttura

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.