Ambiente & politica

Clima, Wwf: «Governo e Confindustria uniscano i puntini»

Dura nota del Fondo per l'ambiente sulle emergenze climatiche. Citando gli ultimi dati generati dal maltempo in Italia e all'Estero, la responsabile d'area Mariagrazia Midulla fa appello all'Esecutivo, agli industriali ma anche alla stampa, affinché tutti accettino le evidenze del cambiamento in atto e si lavori per la transizione e per l'adattamento

di Barbara Marini

A estremi eventi, estremi silenzi Una nota del Wwf lamenta la superficialità della stampa riguardo ai cambiamenti climatici, sia perché non informa sulle responsabilità umane delle tragedie che accadono, sia perché manca di gridare a tutta voce l’occasione che si sta perdendo in merito al Documento programmatico di bilancio che dovrebbe mettere in programma i necessari investimenti nella transizione, per ridisegnare il territorio e le attività economiche in virtù dei nuovi rischi del cambiamento climatico.

Non solo la stampa ma anche chi ha le mani in pasta: «Governo e Confindustria parlano di tutt’altro e addirittura si permettono di sprecare soldi per opere inutili e false soluzioni, per esempio il Ponte sullo Stretto e il nucleare».

A leggere i dati, siamo oggi di fronte a un vero e proprio bollettino di guerra.

Nel Bel Paese, nubifragi e grandine

Sotto i nostri occhi, le tragedie dovute al clima parlano. L’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche in Italia dall’inizio dell’anno al mese di settembre ha registrato 1.899 eventi estremi: 212 tornado (52 nella prima metà di settembre, il 71% sulle coste tirreniche), 1.023 nubifragi (157 nella prima metà di settembre, il 91% sulle regioni del Centro-Nord), 664 grandinate con chicchi di grandi dimensio-ni (37 nella prima metà di settembre, record in Versilia con chicchi di diametro fra 7 e 9 cm). E poi l’Emilia-Romagna che in un anno e mezzo ha registrato 3 alluvioni disastrose.

Nel mondo…

Tra il 1970 e il 2021, gli eventi estremi hanno causato più di 2 milioni di morti e perdite economiche che sfiorano i 4mila miliardi di euro. Dopo che l’Europa centrale è stata, nei giorni scorsi, colpita da precipitazioni estreme e alluvioni, la valle di Kathmandu, in Nepal, a causa di piogge eccezionalmente intense, è divenuta teatro di inondazioni devastanti con più di 200 morti. Negli Stati Uniti, l’uragano Helene che dal 25 settembre ha devastato ampie aree della zona sudest ha continuato a causare vittime (al momento si calcola più di 200) e dispersi. A metà settembre è stata la volta dell’Europa con il ciclone Boris che ha creato enormi problemi alle capitali del centro Europa e del nord Italia, causando più di 20 vittime. 

Mariagrazia Midulla, responsabile clima e energia del Wwf Italia, denuncia la stasi del nostro governo: «Il Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia -Pniec non persegue seriamente né l’abbattimento delle emis-sioni climalteranti, né la transizione fuori dai combustibili fossili e gli obiettivi di triplicare le fonti energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica, decisi dalla Cop28 a Dubai lo scorso anno. Il Piano nazionale di Adattamento al cambiamento climatico -Pnacc è stato approvato finalmente alla fine dello scorso anno, ma poi è stato messo in un cassetto, non se ne sente più nemmeno parlare». 

E prosegue sul piano sociale: «Le persone in tutto il mondo sono sempre più preoccupate, non solo per la crisi climatica, ma anche per la subordinazione della politica per l’incapacità di governare la transizione e l’adattamento. Bi-sogna investire nella prosperità, bisogna lavorare duro e cooperare per riu-scire ad assicurarla a noi e ai nostri figli».

Un problema di informazione

Per il Wwf, l’informazione in Italia «non dà il senso delle conseguenze già in atto e del ritardo dell’azione per cercare di non far progredire il caos climatico di cui hanno interamente responsabilità le attività umane, a partire dall’uso dei combustibili fossili, e per affrontare l’enorme danno ormai provocato attraverso l’adattamento». 

Eppure, le notizie sono chiare e allarmanti. Il VI Rapporto di Valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici – Ipcc, pubblicato nel 2021, afferma che l’evidenza dei cambiamenti osservati negli estremi e la loro attribuzione all’influenza umana si è rafforzata rispetto al Rapporto precedente, in particolare per quanto riguarda le precipitazioni estreme, la siccità, i cicloni tropicali e gli estremi composti (compresi gli eventi secchi/caldi e gli incendi) e il testo recita: «È un fatto assodato che le emissioni di gas serra indotte dall’uomo hanno portato a un aumento della frequenza e/o dell’intensità di alcuni fenomeni meteorologici e climatici estremi rispetto all’epoca preindustriale».

Con quali conseguenze

E prosegue poi sulle conseguenze dell’innalzamento della temperatura: «Con l’aumento del riscaldamento globale, alcuni eventi poco probabili nei climi passati e attuali diventeranno più frequenti e vi è una maggiore possibilità che si verifichino eventi e imprevedibili storicamente senza precedenti».

Neanche chi nega riesce a sovrastare le evidenze dei fatti e gli studi ormai sul piatto.

E dunque cosa aspetta il Governo a perseguire nei buoni propositi? E perché non se ne parla abbastanza?

Nella foto di apertura, di Guido Calamosca per LaPresse, l’alluvione dei giorni scorsi nel Bolognese.

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