Cultura

Sabir, da 10 anni il festival che rompe i muri

Il festival diffuso delle culture mediterranee sbarca a Roma. Dal 10 al 13 ottobre, la Città dell’Altra Economia ospita incontri, formazioni, seminari, convegni internazionali, eventi culturali. Filippo Miraglia (Arci): «Con Sabir da 10 anni la nostra idea è quella di costruire una comunità della società civile, dell'organizzazione sociale del Mediterraneo, che possa mettere in campo un'alternativa rispetto a quello che i governi stanno costruendo: muri, barriere, guerre, violenza»

di Ilaria Dioguardi

Sabir, la lingua comune dei marinai del Mediterraneo fino all’inizio del secolo scorso, oggi richiama la necessità di ricostruire un linguaggio comune, a partire dalla società civile. Le giornate di Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee, vedranno la presenza di oltre 60 reti associative e movimenti, centinaia di attivisti e ospiti provenienti da Libano, Palestina, Tunisia e da molti Paesi europei.

Dal 10 al 13 ottobre a Roma, presso la Città dell’Altra Economia, si alterneranno seminari, incontri, formazioni e convegni internazionali. «Speriamo che l’obiettivo iniziale di questo festival, nato nel 2014 ad un anno dalla strage di Lampedusa, con la prima edizione sull’isola delle Pelagie, possa essere raggiunto anche in una fase così difficile», dice Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci, promotrice dell’iniziativa.

La presentazione stampa del festival Sabir

«Con la nascita di Sabir, la nostra idea era quella di costruire una comunità della società civile, dell’organizzazione sociale del Mediterraneo, che potesse mettere in campo un’alternativa rispetto a quello che i governi stanno costruendo: muri, barriere, guerre, violenza. Quindi, una cultura alternativa a quella della morte, che di fatto è quella che propongono oggi i governi europei a diversi livelli, sicuramente alle nostre frontiere e, in particolare, alla frontiera del mare, che è diventato un grande cimitero a cielo aperto. Ancora oggi il governo italiano», continua Miraglia, « e l’Europa ostacolano addirittura le organizzazioni che fanno salvataggio e migliaia di persone continuano a morire».

Tanta musica con “Roma incontra il mondo”

Nella quattro giorni sarà dato grande spazio agli eventi culturali, con mostre, installazioni, presentazioni di libri, cinema e musica. Una selezione di incontri sarà a cura di Christian Raimo. Venerdì 11 ottobre si terrà un incontro sulle rivoluzioni dell’Asia meridionale che prevede, tra gli altri, la partecipazione dei giornalisti Giuliano Battiston e Matteo Miavaldi. Domenica 13 ottobre ci saranno due incontri: “La linea del colore che attraversa la scuola” con Christian Raimo, Rahma Nur e Giulia Addazi e “Lo sport tra razzismo e antirazzismo” a cura di UltimoUomo. Le serate del festival saranno animate dalla musica live, con i concerti, tutti ad ingresso libero, curati da “Roma Incontra il Mondo”: lo storico progetto di Arci Roma nato 30 anni fa, all’insegna della world music, delle culture e delle contaminazioni.

Da 10 anni in giro per l’Italia

Quest’anno il festival fa tappa a Roma dopo aver girato tutto il Paese: Lampedusa, Pozzallo, Siracusa, PalermoLecce, un’edizione online, MateraTrieste. In occasione delle 10 candeline Sabir raddoppia l’appuntamento: dopo Prato, lo scorso aprile, è la volta della Capitale. L’iniziativa è promossa da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli e Cgil, con la collaborazione di Asgi, Carta di Roma, Ucca, Arcs, A Buon Diritto, Unire e Altreconomia e con il patrocinio del Comune di Roma, Università di Roma Tre, Rai per la Sostenibilità Esg.

Foto di apertura dal sito https://www.festivalsabir.it/il-festival/. Foto ufficio stampa Arci.

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