Famiglia

2 giugno, appello congiunto Caritas-Focsiv

Il documento redatto in occasion edella festa della Repubblica esprime una ferma difesa dei valori dell'obiezione di coscienza

di Stefano Arduini

Festa della Repubblica, festa di popolo, celebrazione della democrazia. Vogliamo festeggiare la Repubblica senza falsi sensi di sicurezza, ricordando il valore della pace, del dialogo, della nonviolenza – sempre e ovunque, soprattutto in un mondo afflitto dalla guerra e dal terrorismo, alimentati anche da povertà, disuguaglianze, ingiustizie e sottosviluppo- e recuperando a questi valori anche un gesto attivo di responsabilità, un diritto costruito in trent?anni della nostra storia: l?obiezione di coscienza, in particolare al servizio militare e all?uso delle armi, come assunzione di responsabilità politica e sociale. Quest?anno la drammaticità di avvenimenti internazionali, la crescita del mercato delle armi, l?aumento in Finanziaria delle spese per la difesa armata e il contemporaneo minore impegno nella lotta al sottosviluppo e nella cooperazione internazionale, l?orizzonte della sospensione della leva, il travagliato avvio del servizio civile volontario sono fatti che sembrano oscurare i valori che si esprimono con la scelta dell?obiezione di coscienza. Per questi motivi, in occasione del 2 giugno, Caritas Italiana e Focsiv scelgono di rilanciare le motivazioni autentiche dell?obiezione di coscienza con due proposte: frequentiamo sempre più i luoghi in cui si svolge il servizio civile per far incontrare le persone, le famiglie, con i giovani in servizio civile e con volti e situazioni di marginalità, perché sempre più numerosi siano coloro che, ad ogni età, scelgono di mettere a disposizione degli altri parte del proprio tempo; firmiamo la dichiarazione di obiezione di coscienza sul sito di Caritas Italiana (www.caritasitaliana.it). È un importante segno di pace e di responsabilità in questo momento politico e sociale, che dovrà anche trovare istituzionalmente un peso e un significato (L?albo nazionale degli obiettori di coscienza). Si tratta di un primo passo per costruire e articolare sul territorio percorsi formativi e per recuperare e rinnovare il senso originario del servizio civile, nato a suo tempo come proposta alternativa al servizio militare. La sua carica valoriale, contrapposta alla logica della guerra e della violenza, apre a relazioni fraterne, al rispetto della dignità umana, al dialogo e alla riconciliazione pacifica. Ed è stimolo per ognuno: ad impegnarsi per un mondo solidale, improntato alla pace e alla giustizia, alla legalità, al dovere di solidarietà tra persone e popoli, capace di discernere le istanze degli ultimi e di dare adeguate risposte; a rivedere i propri stili di vita e di consumo e a sostenere, anche in campo economico e finanziario, proposte che valorizzino gli aspetti etici, contro ogni forma di sfruttamento delle persone e dell?ambiente; ad esercitare attivamente il diritto dovere di cittadinanza. A distanza di oltre trent?anni dalla legge 772 è importante non disperdere – soprattutto nell?attuale momento storico ? il patrimonio dell?obiezione di coscienza, ma riproporlo in forme rinnovate. Perché la festa della nostra Repubblica sia per tutti occasione di nuova e più alto coinvolgimento responsabile per il bene comune.


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