Famiglia

Il regista

Daniele Segre: "Questa Palma incoraggia il cinema del reale" (di Raffaella Beltrami).

di Redazione

Era nell?aria da tempo, si respirava nelle sale del festival, l?anno scorso Michael Moore con Bowling a Columbine aveva portato il primo documentario in concorso in 40 anni di Cannes, e, nell?ultima edizione, ce l?ha fatta. Una Palma d?oro è stata la conferma più evidente: il cinema si ?impegna? sempre più e si fa documentazione del reale. “Le pellicole come quelle di Moore sono documentari necessari rispetto al diritto di esprimersi e al coraggio di poter raccontare la realtà”, commenta Daniele Segre, da quasi trent?anni regista del ?reale?. “Non si tratta di un premio politico, ma del trionfo di un cinema che vuole essere presente e testimoniare, dimostrando che almeno una briciola di libertà l?ha mantenuta”. La stessa libertà creativa che viene incoraggiata da una competizione giunta alla 22a edizione, il Bellaria Film Festival-Anteprima per il cinema indipendente italiano (dal 30 maggio al 2 giugno, Bellaria Film Festival), di cui Segre è condirettore insieme a Morando Morandini e Antonio Costa. “La nostra principale vocazione è valorizzare i giovani che cercano di fare cinema in Italia”, continua Segre. Storie basate sull?idea di reale e di utile, senza arroganza e senza sarcasmo, che uniscono la sperimentazione nella realizzazione alla semplicità e quotidianità dei contenuti. Molte le sezioni del festival: il concorso Cinema per la realtà, dedicato al territorio dell?Emilia Romagna; il Premio Casa Rossa, che premierà miglior film, attori e contributo tecnico tra una rosa di opere indipendenti italiane uscite nel 2003; il concorso Anteprima per opere realizzate con qualsiasi supporto e di qualsiasi genere. In più, una delle più nuove sezioni del festival, Cinema Utile, vedrà quest?anno la partecipazione di filmati proposti da alcune associazioni umanitarie: Emergency con L?Arcobaleno e il deserto, Cuamm di Padova con Voci fuori campo, Amref con Tv Slum e Medici senza frontiere con Uno, nessuno, duecentomila. Non mancheranno le retrospettive, che andranno a omaggiare il matematico e cineasta Michele Emmer, il musicista e compositore Michel Chion e il documentarista francese Jean Rouch, che fu direttore della Cinématèque française e uno dei fautori della nascita del cinema africano. Il festival di Bellaria è un trampolino di lancio per il vero cinema d?autore italiano: è capitato a Matteo Garrone premiato l?anno scorso per L?imbalsamatore e selezionato quest?anno alla Berlinale con Primo amore. Poi è successo a Paolo Sorrentino: dopo il Casa Rossa 2001 per L?uomo in più, quest?anno ha concorso a Cannes con Le conseguenze dell?amore. Sarà solo un caso?

Raffaella Beltrami


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