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Arte: Come proteggere i Musei africani?
Da oggi, e fino al 16 giugno, il West Africa Museums Programme (WAMP) organizza a Dakar, in Senegal, una sessione di formazione per la protezione del patrimonio artistico in Africa occidentale
L?obiettivo principale della sessione è di riunire dei professionisti del settore provenienti da tredici Paesi dell?Africa occidentale anglofona e francofona e formarli a rafforzare le loro capacità di gestione del patrimonio artistico presente nella regione. Un altro obiettivo evidenziato dagli organizzatori del Wamp è quello d?istituire un gruppo di formatori in grado di concepire e animare programmi di formazione per conto del Wamp nei vari musei e istituti culturali di ciascun Paese dell?Africa occidentale.
L?iniziativa promossa dal Wamp giunge in un momento molto critico per i musei africani. A sostenerlo è lo stesso direttore esecutivo del Wamp, Boureima Diamitani, il quale da Dakar ha lanciato un vero e proprio grido d?allarme contro la mancanza di mezzi finanziari e di personale qualificato in musei sempre più abbandonati a se stessi. All?agenzia di stampa panafricana PANA, Diamitani ha denunciato il fatto che ?i musei sono i parenti poveri delle strutture dei nostri Stati e ai quali vengono concessi budget insignificanti. Conosco parecchi musei? ha poi aggiunto Diamitani ?che non hanno nemmeno l?elettricità e pieni di ragnatele?.
Sottolinenando come vi fosse una chiara assenza d?investimenti nel settore della formazione di personale, spesso incapace di curare i musei e organizzare mostre, il direttore del Wamp ha insistito sulla necessità di modernizzare i musei africani dandoli una nuova vocazione rispetto al publico africano. ?I musei africani, in particolar modo quelli francofoni, sono stati creati sotto il periodo coloniale. Erano principalmente destinati al pubblico europeo. Oggi, è necessario inventare contenuti nuovi in grado di attrarre gli africani?.
Il perché agli occhi di Diamitani è presto detto: ?le maschere, le statuette e altri oggetti d?arte esposti e conservati nei nostri musei fanno parte del vissuto quotidiano degli africani. Non hanno certo bisogno di pagare un?entrata al museo per andare a vedere oggetti che li sono familiari, che vedono quasi ogni giorno?.
Tra le nuove strategie da adottare, Diamitani insiste sulla possibilità di creare musei comunitari al fine di spingere le popolazioni africane ad implicarsi direttamente nella preservazione del proprio patrimonio artistico che ripercorre in qualche modo la loro storia. ?In questo modo potrebbe nascere in loro un interesse che li indurrebe ad appropriarsi dei musei?. In tale prospettiva, sottolinea questo ex direttore del Museo nazionale del Burkina Faso, ?sarebbe opportuno mettere in piedi esposizioni su tematiche d?attualità che interessino davvero il pubblico. Penso ad esempio all?AIDS o al paludismo, oppure spiegare l?evoluzione di alcuni fenomeni sociali come l?architettura tradizionale e moderna, così come i mestieri tradizionali in via di sparizione?.
Il Wamp è un?ONG (Organizzazione Non Governativa) nata nel 1982 ad Abidjan (Costa d?Avorio) che lotta per la difesa dei musei dell?Africa occidentale, del Camerun e del Ciad.
Nel 2002, ha adottato un ?piano strategico? (valido fino al 2007) che si articola attorno a tre punti: rafforzare le capacità istituzionali dei musei partner, l?informazione e la ricerca, e cercare finanziamenti. Nel luglio 2003, il Wamp ha siglare un protocollo d?accordo con l?Agenzia svedese di sviluppo internazionale per un finanziamento pari a 800 Milioni di CFA (franchi africani) ? l?equivalente di 120.000 euro ? da destinare alla formazione di personale e ad una serie di piccole sovvenzioni dedicate ad una serie di attività artistiche nei musei e negli istituti culturali.
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