Mondo

Uganda, “qui è fuga dal terrore”

La drammatica testimonianza di Dominique Corti

di Emanuela Citterio

Nord Uganda, una regione devastata dalla guerriglia e una popolazione da anni al limite della sopportazione. E’ quanto emerge dalla testimonianza che ci ha inviato dall’Uganda Dominique Corti, medico e responsabile dell’ospedale St. Mary di Lacor. “Siamo nel momento di massima attivita’ sanitaria dovuto alle piogge: ho trovato un ospedale letteralmente invaso da ben oltre mille pazienti. Ecco la “fotografia” della giornata di ieri: i pazienti ricoverati sono 1.023, (di cui 549 sono qquelli che qui chiamiamo “floor cases”, i “casi sul pavimento” ovvero sulle stuoie, il loro tradizionale giacilio. La maggior parte dei pazienti sono bambini, di cui 623 sono ricoverati in pediatria generale, mentre in nutrizione sono 95. Le cause di ricovero e morte sono sempre le stesse: malaria, malaria e ancora malaria, polmonite, diarrea, morbilo, malnutrizione. Tutto dovuto alla drammatica poverta’, con conseguente esposizione agli elementi, alla fame, alla impossibilita’ di mantenere un minimo di igiene. Solo ieri sono stati registrati quattro decessi. Nella stessa giornata di eri sono stati visti negli ambulatori altre 641 persone, di cui 340 erano bambini e 84 erano le donne incinte”. “Il problema ulteriore e’ dovuto al recente attacco dei guerriglieri al campo di Pagak, dove sono stati uccisi un gran numero di persone, questa volta anche donne e bambini, tutti senza sparare un solo colpo, ovvero fatti fuori a bastonate o a colpi di machete. I sopravissuti sono stati ricoverati da noi, almeno una dozzina di persone. Questo ha provocato un incremento pazzesco dei pendolari, che da circa cinquemila che erano fino alla scorsa settimana da tre giorni superano i diecimila. Folla dappertutto, dentro i reparti, nei cortili, nell’ex campo profughi. La maggior parte sono bambini. Nell’ex campo per profughi, sgomberato da qualche mese, ora sono state allestite delle grandi tende dove vengono ospitati i bambini pendolari: con l’aiuto di MSF che le gestisce con quasi trenta persone che oltre a controllare fanno anche animazione, quando vai a fare un giro la sera verso le nove sembra quasi che si considerino tutti in gita. Alle dieci di ieri sera c’erano ancora bambini (tutti intorno ai cinque – tredici anni) alla pompa delll’acqua che approfittavano per lavarsi. E’ pazzesco pensare che ormai bambini di cinque o sei anni non abbiano mai conosciuto altra vita al di fuori della continua fuga dal terrore”.


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