Mondo

Torture di Abu Ghraib: il gen. Sanchez? Sapeva tutto

Il Washington Post di oggi riporta un interrogatorio del 2 aprile scorso, da cui risulta che il comandante delle forze statunitensi in Iraq sapeva tutto e presenziò alle torture

di Paolo Manzo

Il Capitano Robert Shuck rischia di fare crollare la strategia ?scaricabarile? adottata dall?amministrazione repubblicana, che tende a minimizzare le torture di Abu Ghraib, facendole passare come casi isolati e non autorizzati. Shuck, che difende il sergente Ivan L. ?Chip? Frederick II, della 372ima compagnia della Polizia militare Usa, ha affermato lo scorso 2 aprile (il verbale è stato pubblicato solo oggi ? in esclusiva ? dal Washington Post) che ci sono militari disposti a vuotare il sacco e a denunciare che il comandante delle forze statunitensi in Iraq, il generale Ricardo S. Sanchez e altri alti ranghi dell?esercito statunitense, sapevano perfettamente ciò che accadeva nel braccio 1A della prigione di Abu Ghraib. A detta di Shuck un comandante di compagnia, il capitano Donald J. Reese, è pronto a testimoniare in cambio dell’immunità per le torture ad Abu Ghraib di cui è accusato assieme ad altri sei commilitoni. Dal verbale dell?interrogatorio, il procuratore militare, Capitano John McCabe, a questo punto chiede a Shuck: “Lei mi sta dicendo che il Capitano Reese è disposto a testimoniare che il Generale Sanchez era presente e che assistette a ciò che succedeva là?” ?E? esattamente ciò che Reese mi ha assicurato?, replica Shuck. Che per rafforzare la sua dichiarazione precisa quanto segue: ?Io sono un ufficiale di questa corte, signore, e non mentirei mai.. Io ho due bambini a casa, sa e non sono mica disposto a mettere a repentaglio la mia carriera??. Shuck ha aggiunto che anche un altro militare non incriminato, il sergente Brian Lipinski, è pronto a testimoniare che ufficiali dell’intelligence gli dissero che le violenze sui detenuti ”erano la cosa giusta da fare”. Se verranno confermate, queste testimonianze costituirebbero le prime prove dirette che alti ufficiali incoraggiarono le violenze nella prigione e, quindi, smentirebbero clamorosamente la linea di difesa ufficiale finora ribadita da Casa Bianca e Pentagono, cioè che gli episodi di torture siano il frutto dell’operato di singoli militari di basso grado.


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