Welfare

Sudan: Koffi Annan soddisfatto da misure annunciate da Khartum su Darfur

Il segretario generale dell'ONU esprime soddisfazione in seguito all’annuncio fatto dal governo sudanese di facilitare l’accesso umanitario nel Darfur

di Joshua Massarenti

Approfittando della scelta operata da Khartum, Koffi Annan ha esortato la Comunità internazionale a venire in aiuto al milione di persone colpite da una crisi umanitaria senza precedenti nel Sudan occidentale. Ieri sera, in un comunicato congiunto, il ministro sudanese degli Affari esteri e quello degli Affari umanitari hanno annunciato che gli operatori umanitari chiamati a recarsi nel Darfur per aiutare le popolazioni civili locali non avranno più bisogno di permessi di viaggio. Questa decisione entrerà in vigore a partire da lunedì prossimo e per una durata di tre mesi. Secondo quanto riferisce del comunicato, ?il governo ha deciso di fornire ai rappresentanti delle agenzie dell?ONU, la Croce Rossa, i paesi donatori e le Organizzazioni Non Governative (ONG), dei visti di entrata immediata a distanza di 48 ore dalla richiesta di visto formulata nelle sue missioni diplomatiche all?estero?. Da parte sua, Koffi Annan ha voluto ricordare la necessità di soccorrere anche i rifugiati sudanesi presenti in Ciad lungo il confine con il Sudan. La crisi del Darfur sarà all?ordine del giorno della riunione che riunirà martedì prossimo ad Addis-Abeba i 15 membri del consiglio di pace e di sicurezza dell?Unione Africana. Lo ha annunciato un responsabile dell?UA, Said Djinnit, prima di aggiungere che l?organizazione africana era incapace di porre un termine alla crisi del Darfur e di altre crisi africane ?per mancanza di capacità e di risorse?. Quella del Darfur è esplosa nel febbraio 2003 quando dei ribelli hanno preso le armi contro il governo centrale di Khartum accusato di aver abbandonato la regione e armato delle milizie arabe locali chiamate a razziare villaggi interi e massacrare i loro abitanti. Il regime di el-Bechir ha da sempre respinto queste accuse, alle quale è seguita quella relativa alla violazione del cessate il fuoco firmato nell?ultimo mese di aprile per consentire alle popolazioni del Darfur di ricevere gli aiuti umanitari.


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