Referendum

Autonomia, Acli: «700mila firme, un movimento enorme»

Consegnate in Cassazione le 737 mila firme raccolte dalle Acli con la campagna: "Una firma per l’Italia libera, unita, giusta” partita lo scorso luglio per richiedere il referendum per l’abrogazione della riforma sull’autonomia differenziata. «Siamo un movimento enorme che chiede di cancellare questo tipo di autonomia che crea solo squilibri» spiega il presidente Acli, Emiliano Manfredonia

di Rossana Certini

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani – Acli insieme al comitato referendario hanno consegnato in Cassazione le 737 mila firme raccolte per richiedere il referendum per l’abrogazione della riforma sull’autonomia differenziata. A esse se ne aggiungono 550 mila online raccolte sempre nell’ambito della campagna: “Una firma per l’Italia libera, unita, giusta” partita lo scorso luglio con l’obiettivo di raccogliere 500 mila firme per arrivare al referendum e proporre ai cittadini l’abrogazione della legge.

Una mobilitazione che ha superato tutte le aspettative e che ha visto il coinvolgimento di numerosi cittadini e associazioni, preoccupati per le possibili conseguenze che questa legge potrebbe avere sull’unità del Paese e sull’accesso equo ai diritti fondamentali.

«Siamo un movimento enorme che chiede di cancellare questo tipo di autonomia che crea solo squilibri», spiega il presidente Acli, Emiliano Manfredonia, «in una democrazia sostanziale tutti hanno gli stessi diritti, invece ora si rischia di avere un Paese frammentato. Tanto più che mancano i soldi per i Livelli essenziali di prestazione che ogni regione deve garantire ai propri cittadini. Per questo con forza e sollecitudine ci siamo impegnati per questo referendum, uno strumento democratico per attivare la partecipazione politica di cui nel nostro Paese sentiamo veramente bisogno».

Il timore è che una forma esasperata di regionalismo competitivo possa condurre l’Italia a un permanente conflitto tra regioni e istituzioni centrali e periferiche.

«Con questa riforma avremo venti regioni che andranno a velocità diverse su materie che sono di unità nazionale, come le infrastrutture», prosegue Manfredonia, «ribadiamo che il Sud è una risorsa preziosa di umanità e di professionalità. Se si sviluppa il Mezzogiorno, si sviluppa anche il Nord. Si è diffuso uno spirito populista che sostiene che bisogna dare alle regioni forti la possibilità di spiccare il volo, pensando che le altre siano una zavorra. Invece, il Sud rappresenta una possibilità di investimento, specialmente per i giovani. Se continuiamo a spopolare queste aree, tutto il Paese si inaridisce. Rinnoviamo il nostro impegno per un’Italia unita, solidale e capace di garantire pari opportunità e diritti a tutti i cittadini, senza distinzioni territoriali».

Le Acli si oppongono, non alle forme di regionalismo solidale contenuto nella Costituzione, ma a un’idea di autonomia territoriale competitiva, concorrente e appropriativa, contenuta nella legge sull’autonomia differenziata.

Nei prossimi mesi le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani proseguiranno a raccogliere la raccolta firme per le due proposte di legge popolare sulla trasparenza dei partiti e sulla partecipazione politica dei cittadini, per combattere l’astensionismo e preservare la democrazia.

Foto di apertura di Roberto Monaldo / LaPresse

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