Welfare

Droga: “Società della regione” contro il ddl Fini

E' un movimento liberal che si e' costituito per seguire l'iter della proposta del vicepremier. A presentarlo Corleone, Taradash e Siniscalchi (Ds)

di Benedetta Verrini

Un appello a una politica intelligente sulle droghe: e’ lo slogan de ‘La societa’ della ragione’, un movimento liberal che si e’ costituito per seguire l’iter del disegno di legge Fini. Obiettivi: una critica al provvedimento del vicepremier, un dialogo sul tema della droga ”con autonomia e senza veti” e la sensibilizzazione dell’ opinione pubblica sui rischi del proibizionismo nelle strategie contro le tossicodipendenze. A illustrare l’iniziativa, nata proprio dalla preoccupazione e contrarieta’ alle norme del governo considerate ”repressive” e ”controproducenti”, Franco Corleone, Marco Taradash e Vincenzo Siniscalchi (Ds). ”La proposta di Fini e’ approdata al Senato: per adesso e’ stato depositato il testo e poi si decidera’ l’assegnazione alle commissioni. Il movimento – spiega Corleone – si propone di seguire il suo iter fino alla sua conclusione e allo stesso tempo di sollecitare un dibattito libero e aperto alle esperienze europee sul tema della droga e non solo quelle dettate dagli schieramenti della politica italiana”. Hanno aderito alla campagna, che vede il sostegno della organizzazione internazionale ‘Senlis Council’, esponenti di diversi schieramenti da Riccardo Chiaberge a Armando Massarenti, da Massimo Teodori a Giovanni Valentini, Gad Lerner, Luigi Manconi, Alfredo Biondi, nonche’ una sessantina di avvocati delle Camere penali. ”La nostra – osserva Taradash – e’ un’azione preventiva di dialogo e di confronto su una proposta di legge di cui ancora non conosciamo i contenuti ma che e’ sicuramente sbagliata nell’ impostazione”. Secondo l’esponente radicale ”la legge Fini non rispetta nessuno dei tre problemi fondamentali: la tossicodipendenza, poiche’ non portera’ a un minor consumo della droga; la sicurezza, perche’ un aumento della repressione portera’ alla ricchezza delle organizzazioni criminali e ad una escalation della criminalita’; liberta’ civile, perche’ cosi’ si entra in una spirale perversa che porta alla mancanza di liberta’. Vincenzo Siniscalchi esprime una serie di preoccupazioni si carattere giuridico: ”Questa legge compromette il giusto processo, mentre bisogna distinguere la criminalizzazione rispetto all’uso della droga”. Il deputato diessino avverte che ”non si possono inventare delle norme penali sul consumo limitato in quanto non incide sulla complessita’ del fenomeno e non rappresenta il vero problema che e’ invece rappresentato dal controllo del mercato”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA