Mondo

India: Sonia Gandhi rinuncia a premiership

L'annuncio oggi in una delle più drammatiche riunioni del partito del Congresso

di Carmen Morrone

Sonia Gandhi ha annunciato oggi di non voler diventare premier dell’ India scatenando cosi’ la protesta dei deputati che per tutto il giorno avevano considerato infondate le voci circa una rinuncia della personalita’ che, in modo del tutto inatteso, aveva vinto le elezioni la settimana scorsa. Negli ultimi due giorni erano aumentate le proteste degli avversari politici contrari all’assunzione dell’alta responsabilita’ da parte di una cittadina di origine straniera (Sonia Maino in Gandhi e’ infatti nata in Italia il 9 dicembre 1946). ”Devo umilmente rifiutare questo posto – ha detto Sonia Gandhi aprendo i lavori del gruppo dei deputati del Congresso – vi prego di accettare la mia decisione e di accettare che non la cambiero”’, ha aggiunto la leader del partito, mettendo a tacere le prime voci di protesta presto trasformatesi in un pandemonio generale. Sonia Gandhi ha poi parlato di ”voce interiore” e di ”coscienza” che la inducevano ad assumere quella posizione di rinuncia. Al suo posto la leader indicava l’economista Manmohan Singh conosciuto come l’architetto della riforma economica che ha trasformato il Paese negli ultimi dieci anni. La nomina di Sonia Gandhi, avvenuta la settimana scorsa a presidente dei deputati del Congresso, sembrava aprirle la strada alla premiership del paese, secondo una tradizione consolidata riguardante tutti i partiti. Invece oggi la leader ha detto che la nomina a premier non e’ mai stata un suo obiettivo, a differenza di quello di un partito ”forte e stabile”, scopo che ha perseguito costantemente dirigendo il congresso negli ultimi sei anni. Negli ultimi giorni erano cresciute le proteste di esponenti della Destra nazionalista contro una nomina a premier di Sonia Gandhi, sul cui essere una ”straniera” e’ stata impostata buona parte della campagna elettorale del Baratiya Janata Party, finora il partito di governo. Oggi la popolare Uma Bharti, capo del governo del Madhya Pradesh minacciava le sue dimissioni in caso di nomina a premier di Sonia Gandhi. Da parte sua il Bharatiya Janata Party aveva annunciato il boicottaggio della cerimonia di insediamento in caso di elezione di Sonia. La leader, vedova di Rajiv Gandhi, ex premier dell’India ucciso da estremisti tamil nel maggio del 1991 e a sua volta figlio di indira Gandhi, la premier assassinata dalle sue guardie del copro nel 1984, ha lasciato che per tutto il giorno corressero le voci circa una sua rinuncia. Stamane Sonia Gandhi si era recata dal presidente della repubblica Abdul kalam nella persuasione che ricevesse l’ incarico a formare un nuovo governo. Invece ha dichiarato dopo il colloquio che erano necessari ulteriori colloqui con gli alleati del suo partito e che la discussione con il capo dello stato era stata aggiornata al giorno dopo – cioe’ domani – per consentirle di portare le lettere con le quali i partiti alleati le conferivano l’incarico di formare il governo. Tema, in realta’, poco convincente perche’ – anche in caso di dimenticanza – le lettere potevano essere prese e portate alla riunione da un altro leader del partito. Alcuni dirigenti del Congresso hanno detto che in realta’ Sonia Gandhi aveva gia’ preso la decisione di rinunciare prima ancora dell’ incontro con Kalam. Se il successo elettorale del Congresso e’ arrivato del tutto inatteso, ancora piu’ inattesa e’ giunta la decisione di Sonia Gandhi. In realta’ la sua posizione e’ destinata a rafforzarsi: e’ la prima che rinuncia volontariamente alla premiership, resta in disparte mentre un governo guidato probabilmente da Singh puo’ anche cadere, non e’ coinvolta direttamente la presidente del partito. Intanto i figli di Sonia Gandhi, Rahul e Priyanka, diventano sempre piu’ popolari in seno all’opinione pubblica indiana.

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