Cultura

Iraq: mons. Betori, soldati italiani operatori di pace? Ancora per poco

«Se si continua a stare li' in questo modo, arriveranno i cannoni e gli obici»

di Gabriella Meroni

”In questo momento” i soldati italiani in Iraq ”sono ancora operatori di pace. Certo, se si continua a stare li’ in questo modo, arriveranno i cannoni e gli obici”. Il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, ha commentato con queste parole gli sviluppi della situazione in Iraq e la preoccupazione dei vescovi per le sorti del contingente italiano. L’apertura dei lavori dell’Assemblea generale della Cei e’ stata contrassegnata ieri da 25 interventi dei vescovi, cinque dei quali dedicati alla pace e alla guerriglia in Iraq. ”Nessuno degli interventi ha chiesto il ritiro delle nostre truppe” ha riferito il presule incontrando i giornalisti. Secondo i vescovi quella italiana e’ ancora una missione di pacificazione: ”le regole di ingaggio per i soldati non sono cambiate, non sono quelle di un Paese in guerra” ha detto. Pero’ ha tenuto a precisare che ”fin dal gennaio 2003 i vescovi italiani hanno condannato e definito inaccettabile il principio della guerra preventiva. Come ha detto il Papa, questa guerra non si doveva fare ed il nostro giudizio non e’ cambiato”. Per mons. Betori ”la svolta netta ed evidente” auspicata ieri nelle parole del presidente della Cei, il cardinal Ruini, non significa un cambiamento di strategia militare. ”Non credo che il futuro di questo cambiamento, cosi’ come noi lo auspichiamo -ha detto- sia nell’ampliamento dei mezzi militari in azione in Iraq”.


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