Volontariato
Istat: Italia al minimo, ma la ripresa è possibile
Dai dati del Rapporto Annuale Istat disegnano un italia con "i numeri di un grande paese europeo" in cui però prevale l'incertezza
L’Italia viaggia con il motore “al minimo”. E’ come un’auto da corsa che ha i numeri per gareggiare in Formula Uno, ma si piazza sempre nella parte bassa della classifica perché non ha il coraggio di rischiare: investe poco in ricerca e innovazione e non riesce così a sfruttare le grandi potenzialità che pure possiede. Prevale un senso di “incertezza” e, in qualche modo, di “inquietudine” nello scenario dell’economia italiana tracciato dal Rapporto Annuale dell’Istat. La crisi di competitività già delineata nel Rapporto dello scorso anno appare oggi più seria, ma c’è anche la consapevolezza che ci sono tutte le possibilità per cambiare marcia e cogliere la ripresa in atto a livello mondiale uscendo finalmente dalla stagnazione.
Il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri non usa mezzi termini nel descrivere un’Italia che “attraversa una fase inquieta”, nella quale “aumentano le incertezze sul futuro e il clima di sfiducia”. Un Paese, spiega, che “ha fatto sacrifici per entrare in Europa, continua a farli per mantenere la posizione, ma non si organizza per investire a sufficienza in comportamenti propulsivi, limitandosi a ‘tenere il minimo’”. Biggeri non si sbilancia su quanto crescerà l’azienda Italia nel 2004. Ci tiene a precisare che lo statistico si limita a rilevare i dati, mentre le previsioni le fanno gli economisti. E tuttavia il presidente dell’Istat riconosce che “l’Italia ha i numeri di un grande paese europeo”. Si cominciano ad avvertire anche precisi segnali di miglioramento che, se confermati, potrebbero consentirci di agganciare la ripresa mondiale. Ma avverte che esistono “vincoli che condizionano le prospettive di sviluppo e limitano le nostre scelte, vincoli con radici profonde che si sono aggravati nella recente fase di stagnazione e che, per essere allentati, richiedono interventi di ampio respiro
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