Cultura

4 giugno. “Contro Bush due settimane di mobilitazione”

I pacifisti e i no global decidono definitivamente domani sulle forme della mobilitazione contro la visita di Bush in Italia. Riserve sul corteo

di Ettore Colombo

Contro Bush “due settimane di mobilitazione straordinaria”, anche alla luce del drammatico evolversi della situazione in Iraq: ultimo atto, la morte del lagunare italiano Matteo Vanzan. Il comitato Fermiamo la Guerra, lo stesso che ha organizzato la marcia della pace del 20 marzo scorso, si prepara ad accogliere così il presidente degli Usa in arrivo a Roma il 4 giugno. La decisione è stata presa oggi nel corso di una riunione di tutte le realtà pacifiste che compongono il comitato. In particolare, c’è pieno accordo sull’intenzione di invitare i partiti a votare per il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq giovedì in Parlamento, di organizzare in tutt’Italia iniziative di protesta contro le parate militari della festa della Repubblica il 2 giugno e di dar vita ad eventi di contestazione sparsi in tutta la penisola anche il 3 giugno. La mobilitazione nazionale del 4 giugno a Roma verrà definita nei dettagli soltanto domani.
Il nodo appare ancora intrecciato sul corteo anti-Bush il 4 giugno, anche se sembrerebbe che il comitato dei pacifisti abbia compiuto dei passi in avanti verso l’intesa. A favore del corteo si è schierata la maggior parte delle realtà pacifiste (in prima linea, Prc con i Giovani Comunisti, Cobas, Disobbedienti della capitale).
Quanto alla Tavola della Pace, che all’inizio aveva espresso delle forti riserve sul corteo, il coordinatore Flavio Lotti spiega: “Sul 4 giugno, ci siamo congedati prendendoci un supplemento di tempo, fino a domani, per decidere. C’è un’intesa sulla organizzazione di diverse forme di mobilitazione dal 2 al 4 giugno. Sul corteo chiariremo domani la nostra posizione, anche perché alla riunione di oggi non erano presenti tutte le realtà della Tavola. Vedremo, non è detto che tutti faranno le stesse cose perché ognuno ha preoccupazioni diverse: il nostro sforzo è fare in modo che la mobilitazione sia la più partecipata possibile, pacifica, non violenta ispirata alla migliore risposta civile”.

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