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Violenza di genere, balzo dell’83% delle richieste d’aiuto
Dai dati elaborati dall’Istat il 1522, il numero di pubblica utilità a disposizione delle vittime, ha registrato nel primo semestre di quest’anno un consistente incremento. Solo nei primi tre mesi si è passati dalle 9.796 chiamate dello scorso anno alle 17.880 del 2024. In crescita in particolare le segnalazioni di stalking. Il periodo dell’anno in cui si registrano più telefonate è quello in cui si celebra la giornata della violenza contro le donne (il 25 novembre), una riprova dell’importanza di tenere desta l’attenzione sui maltrattamenti
Balzo delle chiamate al 1522 nel 2024. Nel primo semestre dell’anno, il numero di pubblica utilità a disposizione delle vittime di violenza di genere e di stalking ha registrato una crescita significativa rispetto allo stesso periodo del 2023.
Fra gennaio e marzo, secondo gli ultimi dati elaborati dall’Istat, c’è stato un incremento dell’83,5% delle chiamate (da 9.796 a 17.880) confermato, sebbene in misura ridotta, anche nel secondo trimestre. Per l’esattezza, fra aprile e giugno l’indagine ha censito un aumento del 57,4% fra telefonate e chat (da 9.602 a 15.109) in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’istituto di statistica, che dal 2023 utilizza una nuova piattaforma di archiviazione delle richieste di soccorso e di informazioni al numero istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità di Palazzo Chigi, precisa che per chiamate si intendono sia quelle effettuate dalle vittime, persone che si rivolgono alla helpline per chiedere aiuto per sé e che hanno subito anche una forma di violenza, sia dagli utenti, quanti cioè si rivolgono alle operatrici per chiedere aiuto per sé o per altri. Numeri, quelli dell’anno in corso, tuttavia in calo rispetto alle 21.132 telefonate registrate nell’ultimo trimestre del 2023.
È proprio in occasione del periodo in cui si celebra la giornata della violenza contro le donne, il 25 novembre, che si genera infatti un picco costante delle chiamate. Una riprova, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto sia importante tenere desta l’attenzione sul tema dei maltrattamenti contro le donne.
Per quale motivo si telefona al 1522
L’analisi dei motivi per cui ci si rivolge al 1522 rileva che l’aumento è dovuto soprattutto agli utenti che chiamano per informarsi sul tipo di servizio che viene erogato dalla linea amica (il doppio rispetto al primo trimestre del 2023), per informarsi sui centri anti-violenza (+121,2% nel primo trimestre), o ancora per avere chiarimenti sugli strumenti normativi di tutela (+96,8% nel secondo semestre). Non sono gli unici motivi. Le vittime che chiedono aiuto denunciano inoltre lo stalking, un fenomeno che in crescita rispetto agli stessi trimestri dell’anno precedente del 74,9% nel primo trimestre e del +24,8% nel secondo semestre del 2024.
Per fortuna tra i due periodi presi in considerazione quest’anno, decrescono in modo sensibile le chiamate che segnalano invece un caso di violenza. Sono state 374 contro le 680 del primo trimestre.
Il tipo di violenza subita
La violenza subita per circa la metà delle vittime è quella fisica (39,8% nel primo trimestre e 42,9% nel secondo), seguita da quella psicologica (rispettivamente 37,9% e 36,7%). Se però si prendono in considerazione i casi di donne che hanno patito due o più tipi di violenze, è la violenza psicologica quella subita in forma maggiore: le vittime del primo trimestre la indicano in 1.974 casi e nel secondo trimestre 1.755 casi. Aggressioni fisiche e psicologiche ma anche minacce e atti persecutori. Importanti anche le chiamate per gli episodi di violenza economica. Le schede di rilevazione redatte dalle operatrici registrano inoltre la durata dell’atto violento. Più della metà delle vittime (55,8% nel primo trimestre e 60,7% nel secondo trimestre) dichiara di aver sopportato per anni la violenza. Una pervasività che determina effetti pesanti sui comportamenti delle sopravvissute. Ben il 58,2% delle vittime (analisi complessiva sui due trimestri del 2024) prova ansia e si trova in uno stato di grave soggezione.
Il luogo in cui è perpetrata
Ma dove avviene la violenza? Nei due trimestri del 2024 rimane pressoché costante la percentuale di vittime (74,3%) che indica la casa come il luogo della violenza. Il dato, osservano i ricercatori, conferma «l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita». Oltre la metà delle vittime rispondenti (57,3%) aveva figli e di queste il 31,5% dichiara di avere figli minori. Nel complesso, sempre nei due trimestri presi in esame, la percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito e subito la violenza è del 18,9%, mentre nel 32,3% di casi i minori hanno solo assistito agli episodi denunciati. I maltrattamenti fisici e psicologici in presenza dei figli determinano a loro volta reazioni di inquietudine (sono 1.211 i casi nei due trimestri del 2024) ma anche aggressività, paure e ipermaturità. Il fatto che le violenze si verifichino in famiglia spiega anche la prevalenza delle figure del partner o ex-partner come principali autori della violenza. Il dramma, conclude l’indagine, è che il fenomeno è sottostimato. I tre quarti delle vittime che si rivolgono al servizio non denunciano la violenza subita alle autorità competenti (il 70,9%) a causa della paura e del timore della reazione del violento (28,2%).
In apertura photo by Claudia Wolff on Unsplash
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