Cultura

Scegli il testimonial. Vince il core di Totti

Otto associazioni giocano con noi a individuare il calciatore che vorrebbero come bandiera (di Giuditta Castellanza).

di Redazione

Mastino, centrocampista d?interdizione, uno che non va giù per il sottile. Fama da duro, Gigi Di Biagio quando scende in campo non guarda in faccia a nessuno. Eppure l?Atlha, che si fa carico del tempo libero dei giovani disabili, l?ha nominato suo testimonial ideale. Un?estate fa, Sardegna, villaggio frequentato anche da calciatori, alcuni simpatici altri meno: sono in vacanza e i ragazzi dell?Atlha hanno l?ordine di non disturbarli. “Alla serata danzante siamo seduti in gruppo con i nostri ragazzi in carrozzina, e Nadia, carina e down, rimane da sola al centro della pista. Lui finisce di ballare con la figlia piccola, si avvicina e senza nessun preambolo, senza dire niente a nessuno, la invita a ballare per tutta la sera e quelle successive”. Nadia (interista, come Di Biagio all?epoca) se lo abbraccia felice durante i lenti. “Mi ha colpito l?affettività spontanea del suo gesto, tenerissimo, al di là delle etichette”, racconta Lino Brundu, direttore dell?associazione, “quindi scelgo lui, per il tatto, il buon gusto e la ricchezza umana”. Un mastino dal cuore grande. Gol! Altro giro, altro ?Kojak?. Non è un calciatore ma un arbitro. Uno che fischia, non uno che fa fallo. “Pierluigi Collina è quello che ci vuole; viviamo in un?epoca in cui servono regole, e servirebbero tanti arbitri per giudicare i tanti crimini commessi nel mondo, qualcuno che alzasse il cartellino rosso”, decreta Marco Bertotto, di Amnesty International. “Sceglierei lui come testimonial della nostra campagna per il Tribunale penale internazionale permanente, per una giustizia sovranazionale che accerti le responsabilità e punisca i colpevoli; soprattutto di fronte a vicende come quelle delle torture in Iraq”. Sono un cuor solo per Amnesty, in sintonia su tutto, Bertotto, presidente in carica, e Daniele Scaglione, ex presidente. Ma una fede li divide: juventino il primo, granata il secondo. E Scaglione va dove lo porta il cuore, in serie B, fuori dalla nostra giurisdizione. Sportivamente citiamo anche il suo testimonial del cuore, “il giovane Balzaretti, perché fa bene il suo mestiere, non fa la primadonna, è corretto, si fa carico delle sue responsabilità in una squadra che va a catafascio, mette in gioco i suoi valori dentro e fuori dal campo, con il servizio civile”. Insomma “ha un modo di giocare con passione e dedizione in questo mondo di mercenari”. Non poteva mancare il testimonial ?del core?; con ben due nomination, ecco il maggico Francesco Totti, il miglior animale da stadio italiano. “C?è della simpatia naturale in quell?uomo, si espone, sa ridere di se stesso in mezzo a persone così seriose, a volte esagerate nel carattere sacrale e cupo del mondo del calcio, uno sport snaturato dalla trasformazione finanziaria e industriale. Totti sembra meno businessman di altri, non si è mosso per soldi ma è attaccato a città e squadra”. Se lo dice Luca De Fraia, di ActionAid, laziale di lungo corso, c?è da credergli. Totti lo vorrebbe anche Goffredo Modena, presidente della Fondazione Aiutare i bambini: “Scelgo Totti perché è un ragazzo che ha manifestato grande cuore, disponibilità alla solidarietà, è simpatico, grande calciatore e trascinatore della squadra”. Piange il cuore invece al milanista Marco Chiesara, che però ha trovato coraggio e formulato la sua ipotesi: vedere scritto Coopi sulla maglietta di Javier Zanetti, argentino, ovviamente dell?Inter. “È un esempio come calciatore, e anche fuori; non si lamenta mai, dà il massimo quando gioca, è corretto in campo ed è attaccato alla maglia (sbagliata!); rifletterebbe come siamo, il fatto di legare la professionalità alla motivazione”. Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?oro e juventino, gioca in casa e vota per Ciro Ferrara, “lunga carriera, sempre pronto, positivo, sorridente, napoletano, roccioso, affidabile, che dura nel tempo un po? come la nostra associazione, che quest?anno festeggia 40 anni ed è andata avanti senza mollare mai. Come lui”. A ciascuno il suo. Una nomination anche per Gianluigi Buffon. È uno che piace, alle donne e a Telefono Azzurro, che l?ha scelto come testimonial del futuro (come già in passato). Per la sensibilità umana e per la disponibilità. Il gioco del fantatestimonial appas-siona. E forse poi gioco non è. Amref ha trovato un nuovo ambasciatore, per un progetto per i ragazzi di strada di Nairobi. È Stephen Appiah, giovanissimo, juventino. Nero, come il 95% del personale di Amref. E calciatore, perché la ?football therapy? è il primo approccio ai bambini. “Col suo esempio dimostra che l?Africa ce la può fare”. Tutto in un sol uomo.

Giuditta Castellanza


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